Una serie di nidi che si inanellano come una filastrocca visiva. Nidi di rondine, tessuti a nido d’ape, sentieri di nidi di ragno, asili nido e nidi d’amore. O piuttosto, questi di Castelli, sono nidi d’umore, di umori da dove sciamano nidiate di pensieri visivi. (Dalla presentazione di Elisabetta Longari per la mostra Nidi di Gianluigi Castelli). Da alcuni anni L’artista Gianluigi Castelli indaga il rapporto fra uomo e natura, in particolare in relazione alle dinamiche di interscambio culturale tra uomo e mondo animale. Da un lato l’artista si è dedicato alla creazione e all’installazione permanente di installazioni per soli animali (stendipensieri a Pan) come quelle per il Parco delle Groane e per il Mapp di Milano; dall’altro si è dedicato alla ricerca visiva più strettamente pittorica, elaborando da forme pre-esistenti in natura, come i nidi. Va da sé che il nido racchiuda una serie molteplice di significati che rimandano sia al rapporto interspecifico uomo - ambiente naturale che a quello più intraspecifico dell’uomo alle prese con il suo io. La mostra presso il Relais delle Picchiaie presenta una serie di opere a muro realizzate con tecnica mista e alcune sculture-nido per un percorso di riflessione, senza tralasciare poesia e ironia, sugli archetipi del nido: C’è un’imprescindibilità del nido. Figura archetipica, richiama una serie di azioni altrettanto primarie quali la nascita,“la cova”, la presa in cura, l’iniziazione all’autonomia sotto forma di “lezione di volo”.
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