Torna indietro

Quelle barche dei disperati a cui l'Italia ha dichiarato guerra

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 19 maggio 2009

Ringrazio Cesare Sangalli e quanti hanno espresso il loro pensiero per dire dell'assurda, e probabilmente anticostituzionale, presa di posizione che si sta sviluppando nel nostro paese sull'immigrazione, che può favorire una escalation della voglia di razzismo. Le decisioni che stanno emergendo in questi giorni hanno fatto suscitare, guarda caso, la contrarietà di organismi internazionali. Intanto il nostro Paperon de Paperoni si diverte a fare il premier, e tra una battuta e l'altra, mentre fa il bagno nel suo oro, dichiara che non possiamo accettare tutti in Italia "...gente senza arte né parte" o qualcosa del genere. E quindi le navi dei disperati vanno respinte a destinazione e ogni volta è come un gol messo a segno e c'è chi esulta e segna il punto. Ma non è un giochino, ci sono di mezzo esseri umani. Molto probabilmente tutto ciò sta andando contro i regolamenti internazionali dell'accoglienza dei rifugiati politici e di tutti coloro che hanno effettivo bisogno di soccorso. Certamente si tratta di un problema molto complesso e difficile quello della migrazione. Di certo non è risolvibile in questo modo, "cancellando" la gente, respingendo alla fonte il problema. Ora va di moda lo slogan delle regole. Facciamole e che funzionino. Intanto sempre in fatto di immigrazione, è troppo facile ricordare i milioni di emigrati italiani nel mondo, troppo facile ricordare che senza immigrati in Italia e in Europa, la vita sociale andrebbe in tilt, senza badanti, muratori, operai ma anche impiegati, specializzati e via dicendo, provenienti da tanti paesi. Tanti dei rifugiati politici o di quelli arrivati per cercare soccorso vanno anche ad infoltire le file delle forze lavoro, in mezzo ai molteplici problemi del mondo del lavoro. I delinquenti che arrivano? Si mescolano ai nostri. I delinquenti non hanno patria, anche noi ne abbiamo esportati tanti, anche se questa non è una consolazione. La razza umana è così: buoni, così così e meno buoni, pessimi. E il mondo non può avere barriere più di tanto, il pianeta è di tutti, come l'aria e l'acqua. E' vero c'è la patria, la storia, ma ciò non vuol dire creare barriere e non favorire l'interscambio esistito dalla notte dei tempi. Vanno messe in atto delle regole democratiche e intelligenti di convivenza, ma a quanto pare nessuno le ha ancora sapute creare, forse perché allo stesso tempo nessuno ha saputo creare le regole per chi comanda e chi determina gli squilibri in questo mondo e le ingiustizie che si rinnovano, per mano loro, da 2009 anni e più. E che dire poi delle ronde che stanno nascendo. Profumo di cose antiche, in questi giorni dopo la festa della liberazione. Giustamente il presidente Napolitano, ha ricordato il bisogno di una vera unità nazionale, di farla finita con le contrapposizioni storiche, dopo oltre sessant'anni. In questi giorni dicevo, le decisioni che vengono avanti nel nostro paese, sanno tanto di ritorno ad un nefasto passato, che anche la destra più antica ha riconosciuto come un passato sbagliato e la sinistra ha iniziato ad ammettere i propri errori. Già la guerra... "La massima espressione della stupidità dell'uomo" come ebbe a dire Baldi il padre della mia amica Alice. Opportuno il movimento che si sta creando su tutto questo. La società civile deve riuscire a contrastare l'illegalità, i soprusi, deve difendere la Costituzione della Repubblica, soprattutto nei principi fondamentali. Occorre vigilare e appunto mobilitarsi. Chi può faccia sentire la propria voce, secondo le regole, nell'ambito di una democrazia, ancora da conquistare nei fatti; altrimenti l'inerzia porterà il nostro paese, come detto da tanti, a questa retromarcia, a questo ripiombare ad oltre sessant'anni fa e Paperon dei Paperoni sarà proprio padrone di tutto, perchè gli stiamo consegnando le chiavi del Paese. Riporto qui di seguito due cose, come ulteriore roflessione. Una comunicazione presa dal sito dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, e un messaggio di un ragazzo adolescente di nome Julian, che ha aderito al nostro "Forum dei giovani Luana Rovini", gestito da Virginia Campidoglio (http://www.circolopertinielba.org/forum_giovani/090311.htm). Semplici parole di questo giovane che frequenta un istituto superiore della nostra città, parole che insegnano più di tanti messaggi di governanti o politici. Il ragazzo fa notare che in Italia c'è la paura del diverso, più che il razzismo, una paura che è alimentata dalle decisioni di cui dicevo sopra. Non solo, lui dice che i media sono purtroppo spesso protagonisti nell' esasperare il tutto e infine parla dell'importanza del rispetto delle regole, della conoscenza quindi tra noi italiani e lo straniero. Se le persone si conoscono, possono facilmente diventare amiche, o semplicemente rispettarsi e tentare di convivere. I giovani quindi possono insegnare anche a noi adulti...e noi che facciamo?


Clandestini immigranti

Clandestini immigranti