Ho letto in controcopertina la lettera di Marilena Sangalli e ho provato un senso di grande sorpresa e poi di grande confusione perché non sono riuscito a capire il senso di una esternazione che riproduce oggi, 14 maggio, senza l’aggiunta neppure di una virgola, la lettera, datata 24 gennaio e pervenuta, via mail, alle ore 23,43 del 25 gennaio, ripeto gennaio, u.s. nella quale, adducendo rispettabili motivazioni, molto umorali a mio avviso e comunque rispettabili, Marilena annunciava di voler lasciare il Partito Democratico. Un problema di comunicazione o la voglia di entrare, a gamba tesa, in questa competizione elettorale? Dalla lettera, comunque, appare chiaro che nel partito si discuteva e si discute, ci si confronta, si affrontano i temi della politica, del governo delle criticità, delle contingenze e delle prospettive, pratica non molto diffusa tra le forze politiche: certo che si rischia di essere noiosi anche a noi stessi, però non è come stare a teatro, dove siamo solo spettatori. Ognuno è attore e ognuno porta la responsabilità degli esiti, più o meno soddisfacenti, di una discussione. Dall’interno della società civile, da cui, credo, non si è espulsi se si milita in un partito, auspico, soprattutto in queste settimane, sereni confronti, aperti e trasparenti. Cordialmente
massimo scelza