L’incendio che ha tenuto in apprensione per 72 ore l’Elba sta cedendo progressivamente spazio sulle pagine dei giornali, ma la situazione sulle aree percorse dal fuoco e nelle zone circostanti non si può dire davvero ancora definire tranquilla. “Permane una situazione di allarme - ci dice il responsabile del Corpo Forestale dello Stato all’Elba, che spiega anche la frequenza dei focolai che si riaccendono all’interno delle aree incendiate - in particolare – dice Francesco Pennacchini - dove c’erano castagni o alberi di alto fusto, il bruciare in basso del sottobosco, ha prodotto una stratificazione di braci, che si stanno spengendo molto lentamente, anche per le altissime temperature atmosferiche, una specie di lettiera di brace che ha ritardato il compimento dell’azione di bonifica dell’intera area bruciata”. E, nel caso di specie, la bonifica è un lavoro faticosissimo, da eseguire soprattutto manualmente, zappando in un ambiente dove si registrano una temperature infernali. Un lavoro durissimo questo, che grava sulle spalle degli Operai Forestali della Comunità Montana, dei quali in questi giorni non si è parlato molto, ma che sono stati tra coloro che il fuoco ha messo più sotto pressione. C’era stato, durante la fase più drammatica dell’incendio, anche un incidente abbastanza serio in cui era incorso uno degli operai forestali, ferito ad una gamba mentre operava sul fuoco, una notizia che però è sparita, come fosse stata fagocitata dalle fiamme alte. Anche oggi lunedì 11 Agosto ci sono “riprese” pur se meno numerose degli altri giorni; degne di nota solo due, entrambe nella zona di Masso alla Quata e Monte Perone, nelle prime ore del mattino la prima, intorno alle ore 16 la successiva, focolai che sono stati comunque rapidamente spenti dall’intervento degli Agenti del Corpo Forestale dello Stato e dai Vigili del Fuoco. Questo è quanto si deve annotare al termine del sesto giorno dall’inizio del più grave incendio ebano degli ultimi anni quello che ha lasciato ferite più profonde. Nessuna notizia viene purtroppo da un altro versante, quello delle indagini in atto per risalire ai responsabili del feroce rogo, per mettere in manette i “compari” elbani del gigliese arrestato ieri, una notizia che tutta la comunità insulare attende quasi spasmodicamente, per senso di giustizia e per dormire sonni più tranquilli. Ma le indagini hanno bisogno di calma, collaborazione della gente e del tempo necessario. Però l’epidermica impressione è che stavolta gli incendiari abbiano commesso alcuni errori che potrebbero portare alla loro identificazione, e che il cerchio si stia progressivamente stringendo.
incendio gentini 710 1
Incendio gentini 710 4
incendio gentini 710 3
incendio gentini 710 6