In un primo tempo avevamo deciso di trattare la notizia come quella che in gergo si definisce una “neretta”, una di quelle pettegole “pisciatine” (avrebbe detto Gabriele Capelli) di 10/15 righe massimo nelle quali di racconta – che sappiamo? – di una baruffa ghiozzotta tra comari per questioni di vere o presunte corna finite 1 – 1 con graffi, occhi neri, e ciuffate di capelli, o ancora dispute tra orticoltori confinanti, per polli o capre sconfinanti, comportanti ombrellate, sputi e golini, tutto ovviamente servito con un contorno di “po’ tegame che ‘n sei altro” e “budelloditumà” che il cronista traduce normalmente in “ … uno scambio di ingiuriose espressioni …”. Poi pero ci siamo accorti che la vicenda di oggi era, così come era, un “A Sciambere” bello e confezionato. Orbene all’osso l’accaduto è il seguente: nel corso di una riunione dell’organo direttivo di un sodalizio socio-assistenziale di Rio Marina dedicata all’esame del bilancio, il Presidente ed uno dei membri in carica, dopo un (franco) scontro verbale (stante alla versione fornita, derivante da un disaccordo gestionale) sono passati dalle parole alle (sincere) manate sorrette da tanta verve che a fatica i presenti sono riusciti a ridurre alla pace sociale forzosa i litiganti e comunque non prima che i medesimi si fossero, pare vicendevolmente, provocati (in tutta solidarietà) traumi. L’acme della comicità si è raggiunto però quando si è dovuto portare adeguato soccorso ad un reduce dalla tenzone gestionale. L’operatore del 118 livornese quando si è sentito richiedere di spedire un’autoambulanza in un luogo dal quale le ambulanze di solito partono, ha probabilmente pensato che quei mattacchioni di isolani lo stessero prendendo per i fondelli, quando poi ha capito che era una cosa seria (seria … bah insomma …), ha spedito in soccorso dei soccorritori un equipaggio della Pubblica Assistenza cavese. Ordunque è vero che in un paese tanto ricco di ferro, il manifestarsi di ossidazioni diffuse è piuttosto scontato, così come, in un paese che produce tanto generosi vitigni è normale che l’aria satura di alcoliche molecole, qualche volta ecciti gli animi. Ma dopo la cazzottata assistenziale cosa ci dobbiamo aspettare? Che un prete confessante invece che condannare il penitente a tre avemarie e un atto di dolore, esca dall’ombra del confessionale e “ .. ego te absolvo a peccatis tuis ..” gli fotta un calcio nelle palle? Certo è che questi piaggesi, siano indigeni o allogeni, siano gli ultimi, i mezzani o i primi cittadini, non mancano di rivelarci il lato comico della vita.
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