Il lavoro del Corpo Forestale dello Stato sulla discarica di Literno è ancora lontano da potersi dire compiuto. Non sappiamo se questa (minima) informazione che ci giunge dal campo sul quale operano gli inquirenti significhi un allargamento della cerchia degli indagati dagli attuali tre ad altri, se l'approfondimento sarà temporale o strutturale; certo tutto conduce a concludere che il CFS stima di trovarsi di fronte ad un caso rilevante e non ad una pinzillacchera. Indubbiamente, restando a quanto si è già sentito dire, e constatato sul posto ad occhio e naso il poco pregiato "succo di discarica" è andato a finire proprio dove non doveva, da capire resta la portata del fenomeno e cosa ne è disceso e ne discenderà in soldoni: la quantità ed il grado di pericolosità dell'inquinamento verificatosi, quella del danno ambientale che si è effettivamente verificato (e di conseguanza quali siano le misure necessarie per assorbirne al meglio gli effetti). Per ora c'è estrema cautela da parte delle autorità competenti a trattare la vicenda. Gli amministratori Campesi nel cui territorio ricade tanto l'area quanto i corsi d'acqua interessati, ribadiscono ai colleghi del Tirreno la loro disponibilità ad un'ampliamento della discarica che comporti però anche interventi di innalzamento della sicurezza anche della parte "esaurita" dell'impianto, ed intanto esprimono preoccupazione per quanto nella contingenza accaduto, anche in funzione della stagione turistica. L'ESA al momento, trincerandosi dietro le indagini in corso, tace, pure se ha cominciato già ad operare. Nella mattinata di mercoledì - abbiamo saputo - dopo aver avvertito chi di competenza sono iniziate le operazioni di disinquinamento del fosso del Teodolino, il piccolo corso d'acqua ritratto nelle immagini "forti" che abbiamo pubblicato ieri, che traversa l'area della discarica e confluisce in quello della Galea.
Discarica literno ingresso