Chiara Casarosa ci ha inviato uno spot dove, coniugando il verbo tardare (arrivare in ritardo), se la prende con tutti, in modo particolare con gli esponenti del centrodestra nostrano, centristi compresi. Praticamente non si salva nessuno. Ma per sviare una querela ci limitiamo a pubblicare quelli che ci paiono più “garbati”. La peste di Chiara, alla terza persona del verbo in questione, chiama in causa il deputato e sindaco di Rio Marina per ricordarci come «egli tardò ben cinque mesi prima di accorgersi che il governo ha tagliato del 40% i finanziamento a Tirrenia, Toremar compresa». Alla sesta persona, invece, la Casarosa tira in ballo Luigi Lanera e gli altri di Elba Protagonista: «essi tardarono parecchio tempo per comprendere come i dirigenti del Popolo della Libertà palesano una mancanza di democrazia e rispetto degli elettori elbani». Suggeriamo, tuttavia, alla signorina Chiara Casarosa di modificare quanto scritto in merito alla quarta persona poiché non è vero che pure «noi tardammo ad accorgerci dei tanti e funesti Tardò che inesorabilmente ci circondano». Lorenzo Marchetti Orbene Lorenzo, occorre rimettere le cose a posto, ricordo a beneficio della Signorina Casarosa che giusto l’anno prossimo cadrà il centenario della imposizione ufficiale del soprannome di “Tardò” a Fortunato Rossi detto Beppe classe 1902, da parte del di lui padre Lorenzo Rossi da Villa Minozzo (R.E.) esasperato per il ritardo con il quale il fanciullo gli recapitava sul lavoro la gavetta col desinare. Un giorno appunto constatando quant’era diaccia la minestra lo battezzò con uno scappellotto “Ti chiamerò Tardò!” . Il nomignolo attecchì subito ma rafforzò il suo permanere circa un decennio dopo quando il pargolo, divenuto nel frattempo un altissimo per l’epoca e nerboruto giovine, inaspettatamente vinse una gara podistica sul percorso Portoferraio-Marciana Marina-Portoferraio, alla quale partecipavano più titolati atleti continentali. L’ossimorica notizia “E’ arrivato primo Tardò” oltre a dar locale fama fissò il soprannome indelebilmente e Tardò furono chiamati financo i fratelli del ritardatario dallo spedito incedere e i loro discendenti, nonché ovviamente figli, nipoti, bisnipoti ed oltre del Tardò primigenio. Ordunque .. essere figlio (benché tardo) di quel Tardò credo mi autorizzi a fare voti perché non si creino fraintendimenti. I veri Tardò sono infatti Rossi (di cognome e di fatto), così come i Lumaconi-Marinari, i Pirulé-Cioni, i Cecchitonti-Gasparri e via procedendo tra l’aristocrazia ferajese. Coi posticci Tardò (piaggesi e non) indicati dalla Casarosa, caratterizzati mi pare da ben diversi cromatismi non vogliamo avere a che fare né essere assimilati. Sergio (tardò) Rossi
quercia