Il Capogruppo dei Verdi nel Consiglio Regionale Fabio Roggiolani ha presentato al Presidente Claudio Martini una interrogazione orale urgente in merito al regolamento urbanistico del Comune di Portoferraio e (si legge nella sua nota) ai suoi contrasti con la Legge regionale 5/95. Nel lungo documento steso da Roggiolani, finalizzato ad attivare la Regione Toscana perché presenti un ricorso al TAR avverso al regolamento urbanistico portoferraiese, si procede ad una minuziosa analisi delle incongruenze dello strumento urbanistico che erano state già rilevate da numerosi soggetti che avevano presentato osservazioni. Ed ecco il testo integrale del documento prodotto dal Capogruppo Verde: Il sottoscritto consigliere regionale Vista La delibera di adozione del Regolamento Urbanistico di Portoferraio datata 29 novembre 2002; constatato che la Regione Toscana e la Provincia di Livorno hanno proposto osservazioni accurate e molto gravi per le palesi illegittimità dell’atto e le divergenze con il piano strutturale, che il comune stesso ha controdedotto a tali osservazioni, apportando solo lievi midifiche che non hanno però risposte ai rilievi mossi ed in data 6 giugno u.s. ha ugualmente approvato il R.U.; rilevato che le norme per costruire prime case nel territorio extraurbano lasciano esterrefatti per la loro discrezionalità ed indeterminatezza, consentendone la realizzazione in ambiti vasti, senza altri indici che la dimensioni del nucleo familiare, senza alcuna individuazione dei lotti edificabili, né degli standards necessari; che nelle “aree di insediamento diffuso” si ammettono dovunque prime case, da 50 a 100 mq. A seconda della composizione del nucleo familiare (l’all.2 delle NTA parla di un lotto minimo di mq.1.000, ma rimanda la prescrizione alle NTA: “…Queste condizioni, con particolare riferimento alle UTOE a prevalente funzione agricola, dovranno risultare con maggiore chiarezza dalle NTA…”. Ma nelle NTA non se ne trova traccia. Di fatto non si prevede dunque alcun lotto minimo, per cui si potranno costruire i 50 o 100 mq. Anche su un fazzoletto di terra. Il che è aberrante e soprattutto in contrasto con l’indice 0,03 imposto dal PS); che, di conseguenza, o non si farà nessuna delle prime case previste (a meno che non si possieda un terreno terreno di grandezza adeguata, ad esempio i 5.000 mq. Che consentirebbero 50 mq. Di casa), perché anche la generica indicazione di un lotto di mq. 1.000 implicherebbe la costruzione di appena 3 mc., o si rilasceranno concessioni illegittime, il che per i cittadini sarebbe peggio, perché una concessione illegittima è come se non esistesse e l’edificio pertanto sarebbe totalmente abusivo, con la conseguente obbligatoria ordinanza di demolizione, azione penale e prevedibile contenzioso giudiziario; che il piano medesimo, pur individuando un tetto massimo di superficie complessiva da realizzare, non individua i lotti dove realizzarla, determinando così uno stato di pianificazione selvaggia, che premierà chi per primo presenterà istanza di concessione ed assegnerà una preoccupante discrezionalità all’ufficio tecnico; che non si può pianificare il territorio senza fornire certezza del diritto lasciando tutto pressoché indeterminato; rilevato che è stato osservato come i trasferimenti di volumi fra UTOE confinanti superavano il limite del 20% stabilito dal PS e che il comune stesso ha ammesso il fatto, sostenendo però che tale limite riguardasse non le singole UTOE, ma il complesso delle previsioni determinate dal P.S. su tutto il territorio comunale; che l’art 5.3 del Piano Strutturale è chiaro ammettendo trasferimenti fra UTOE nella misura massima del 20% del dimensionamento di ciascuna, e non certo dell’intero piano, prevedendo che “per ciascuna delle UTOE definite ed elencate agli articoli seguenti, il P.S. fornisce il dimensionamento degli interventi…Il R.U., fermo restando il dimensionamento massimo stabilito dal PS, potrà trasferire tra UTOE confinanti fino ad un massimo del 20% della quantità insediative prescritte; che del resto, al di là della chiarezza della norma, se i trasferimenti potessero riferirsi al 20 % di tutte le previsioni del piano strutturale, le singole UTOE ne verrebbero stravolte; Considerati Che le previsioni per la zona dell’approdo non sono definite, perché rinviate tutte al piano attuativo. Nella relazione del R.U. si scrive che per garantire la trasparenza tale P.P. dovrà essere di iniziativa pubblica, ma nella norma si afferma che esso potrà essere non solo di iniziativa pubblica, ma anche fatto proprio dall’Amministrazione Comunale, il che va nella direzione opposta a quella della trasparenza, perché un Ente pubblico non può far proprio un piano fatto da altri, specialmente se privati, ma deve affidarlo con le modalità di legge e con bando pubblico. Inoltre assumendo un eventuale piano privato, il comune opererebbe una discriminazione fra operatori, mettendo alcuni nella condizione di pianificare le aree di altri; Valutato Che il R.U. approvato in data 6 giugno è in forte contrasto con le prescrizioni del piano strutturale e con le leggi regionali 5/95 e 64/95 e che i contrasti tra regolamento urbanistico, piano strutturale, P.I.T. e P.T.C.suggeriscono un intervento da poarte della Pegione Toscana e della Provincia di Livorno;ù Che se così non fosse si creerebbe un pericoloso precedente che ridurrebbe l’impianto normativo della Lr 5/95 ad un aberrante snellimento delle procedure di formazione ed approvazione degli atti di pianificazione, togliendo di fatto alla regione ed alla Provincia qualunque verifica sulla rispondenza fra gli atti di pianificazione comunale e gli atti di programmazione territoriale regionale e provinciale; che ciò risulterebbe ancora più grave in quanto riferito ad un territorio ad altissimo valore ambientale e di estrema fragilità come quello dell’Arcipelago Toscano; che su questa vicenda da mesi si registrano prese di posizione di forze politiche e di comitati di cittadini, costitutisi proprio per “osservare” il regolamento urbanistico medesimo; che dopo la definitiva approvazione del piano regolatore alcuni consiglieri comunali di Portoferraio hanno chiesto la revoca della delibera di approvazione del Regolamento Urbanistico accusando la giunta tra l’altro di aver allegato alla delibera di approvazione il testo originario del R U di fatto cassando tutte le osservazioni accolte dalla commissione urbanistica comunale e approvate dal consiglio comunale; Interroga il presidente della giunta regionale Per conoscere quali iniziative urgenti abbia assunto la Giunta Regionale e se non valuti necessario rivolgersi al TAR Toscana per chiedere l’annullamento della delibera di approvazione del regolamento urbanistico del comune di Portoferraio perché non rispettosa delle disposizioni di legge in materia.
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