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A sciambere delle scope volanti

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 23 aprile 2009

Non pensare, caro Tardò jr, che sia finita qui. La strategia per confondere le acque non si arresterà tanto facilmente. I Valori diverranno sempre più confusi ed i processi di riconoscimento sempre più problematici. Pensa a quello che è successo a me proprio ieri sera. Proprio come capita a quei vecchietti che temono i primi sintomi dell’Altzhaimer ma non sono in grado di bloccarli, ad un certo momento mi sono abbioccato davanti alle finte schermaglie tra Casini, Fassino ed il Ministro della Guerra durante Ballarò. Poi mi sono improvvisamente risvegliato all’inizio del telegiornale notturno e c’era Fini che pontificava su Don Primo Mazzolari. Capisci su Don Mazzolari, mica sul cappellano ignoto della Repubblica Sociale!. Lì per lì mi sono sfregato gli occhi ed ho pensato che, appunto, i primi sintomi del rincoglionimento si fossero manifestati, ma poi ho visto la stessa solfa anche sul telegiornale del Cavaliere, e poi ancora Emilio Fede che ne parlava in maniera ispirata, ed ho dovuto arrendermi alla evidenza dei fatti, altro che il briao che irrompe nella chiesa per Pasqua… Inverato nella mia grondaia preferita, quella della Biscotteria, ovviamente, per le frequentazioni mie e del Capostipite, mi sono trovato come trasportato dirimpetto, nel covo dei rossi, in un ambiente del tutto estraneo e pericoloso; capisci la sensazione? Quello di un mondo nel quale prevale il colore neutro, un mondo nel quale i gatti sono tutti bigi, e non si riesce nemmeno a reggere sui “fondamentali”, quelli diversi ma convergenti che avevamo ereditato dai nostri Padri, un modo fatto di lustrini e paillettes come ai tempi dei nani e delle ballerine, un mondo senza differenze se non quella derivata dal dio denaro. Dovrò dunque chiudere gli scarichi ed andarmene in esilio a Puerto Escondido? Ti saluta affettuosamente il tuo “compagno” non di merende ma di sofferenze Grondaia jr Caro Grondaia penso che tu ricordi quel piccolo capolavoro di film dovuto alla coppia De Sica-Zavattini che è "Miracolo a Milano" al termine del quale tutti i derelitti della cosiddetta "capitale morale" spiccano il volo su manici di scopa ed in un felice stormo fanno rotta verso "un paese dove "buongiorno" vuol dire "buongiorno". Sempre più insistentemente mi sto guardando intorno alla ricerca di una scopa non moderna, avanzata, ricaricabile e tecnologica, ma di quelle antiche "di stipa" che con tanta maestria maneggiava Peppetti per nettare le ferajesi vie. Forse se la trovassi potrei controllare se quelle desuete scope, a cavallo delle quali (in uno dei tanti evidenti ammiccamenti sessuali che la cultura popolare propone) venivano rappresentate graficamente streghe e befane, mantengono ancora la magica virtù di librarsi, con passeggero, in aria. Ed in caso che trovassi un'aeronautica scopa ti confesso sarei tentato di capire se essa mi potesse recapitare in un paese dove politica vuol dire veramente politica, e dove mi venisse risparmiato il report della parata della fava ambiziosa e della volpe interessata. Se per caso ne trovo due (di scope volanti) ti faccio un fischio.


miracolo a milano

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