Avete mai provato a immaginare cosa sarebbero diventate alcune delle aree più belle d’Italia se non ci fossero stati parchi e oasi di protezione della natura ? L’oasi di Burano, a Capalbio, sarebbe stata una riserva di caccia dove si sarebbero uccisi decine di migliaia di uccelli migratori all’anno; Siculiana, in provincia di Agrigento, sarebbe diventata un immenso villaggio turistico, mentre Lagosecco (Rieti) avrebbe visto eliminata la faggeta per far posto a un’ ennesima strada. Caccia e pesca sarebbero diventate le uniche attività possibili nella Valle Averto (Venezia) e non ci sarebbe stato nessuno futuro per il cervo sardo a Monte Arcosu, mentre la lontra si sarebbe estinta se non ci fossero state le oasi di Bussento, Policoro, San Giuliano e Conza. In 40 anni di meritoria attività, su base esclusivamente volontaria, il Wwf Italia ha acquistato, protetto e tutelato natura in oltre 130 zone di particolare pregio sul territorio nazionale, per oltre 30.000 ettari che contribuiscono alla conservazione di oltre il 10% della penisola. Fino al 2 maggio è possibile contribuire a questo immane lavoro di tutela attraverso un contributo che costa solo 2 euro (sms al 48544) , ma che diventa di capitale importanza in tempi di crisi come questa (inoltre le oasi ospiteranno un centinaio di sfollati del terremoto abruzzese). Oltretutto le oasi e le aree protette contribuiscono a proteggere i cittadini dai rischi naturali come frane e alluvioni e tengono lontane le abitazioni dalle aree di rischio vulcanico (vedi Vesuvio) che trovano nelle oasi la loro unica destinazione d’uso possibile. Ma tutto questo non basta affatto: l’Italia consuma territorio al ritmo vorticoso di 250.000 ettari all’anno, un numero che non ha paragoni in nessuna altra nazione europea. Siamo, in assoluto, i primi produttori di cemento della UE e contempliamo strumenti legislativi, come il condono edilizio, che non è possibile neppure tradurre in una lingua straniera perché non esitono nei dizionari. Inoltre incendi, caccia legale e bracconaggio e azioni legislative improprie, come la pretesa apertura alle visite subacquee delle riserve marine integrali (uno svilimento da evitare a tutti i costi), minacciano quello che si è riusciti a proteggere, e impediscono di consolidare altri territori alla conservazione. Il Presidente della Repubblica ha sensibilmente aperto l’oasi di Castelporziano alle visite libere in occasione della giornata delle oasi e ha mostrato grande sensibilità verso il pericolo di svilimento delle aree marine protette: quasi nessun altro uomo delle istituzioni ha però ritenuto proprio dovere lanciare un appello per una maggiore consapevolezza naturalistica. Sono proprio questo scarso interesse istituzionale, l’ignoranza diffusa dei temi scientifici e ambientali, la malafede o l’interesse speculativo a rendere difficile una battaglia che, in mezzo alla crisi del lavoro e del risparmio, rischia di essere dimenticata.
mario tozzi geologo