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Controcopertina: Ora le "alghe" possono essere riciclate e avviate al compostaggio Cambiata finalmente la legge ma tutto è partito dal convegno di Legambiente all’Elba:

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 18 aprile 2009

LIVORNO. Ci sono voluti quasi quattro anni ma alla fine l’obiettivo di permettere che la posidonia oceanica spiaggiata potesse essere considerata una matrice compostabile è stato raggiunto. E’ stato infatti pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale il decreto 22 gennaio 2009 che contiene l’aggiornamento degli allegati al decreto legislativo 29 aprile 2006, n. 217, concernente la revisione della disciplina in materia di fertilizzanti. La richiesta di cambiare questo allegato tecnico era infatti nata per iniziativa della Regione Toscana assieme al Consorzio nazionale compostatori (Cic) e Legambiente, che avevano presentato una specifica istanza al ministero delle Politiche agricole. Da ieri quindi, nell’allegato 2 relativo agli “ammendanti”, la posidonia e le alghe marine spiaggiate vengono incluse tra le matrici utilizzabili per la realizzazione di ammendante compostato verde, «previa separazione della frazione organica dalla eventuale presenza di sabbia, tra le matrici che compongono gli scarti compostabili, in proporzioni non superiori al 20% (P:P) della miscela iniziale». L’altra raccomandazione riguarda il contenuto di tallio (ma solo nell’uso di alghe come matrici) che dovrà essere non superiore a 2mg/kg sul peso secco. Una buona notizia che risolve almeno una delle incongruenze che riguardano questo tipo di biomasse. La posidonia spiaggiata è infatti considerata un rifiuto, qualora si proceda alla sua rimozione dalla spiaggia, una volta arenata. E inoltre pur essendo, da analisi e studi ripetuti, risultata una matrice organica assolutamente pulita non la si poteva portare a compostaggio, perché un allegato tecnico della legge sui fertilizzanti lo vietava. Un doppio controsenso che però tutti gli anni alle porte della stagione balneare creava non pochi problemi agli amministratori dei comuni costieri, che ancora hanno la fortuna di avere in mare questa importante fanerogama marina. L’approccio, molto nazionale, è infatti quello di rimuovere i banchi di posidonia spiaggiata, anche se sarebbe invece preferibile per l’ambiente marino lasciarla laddove il mare la deposita, ma questa operazione fa scattare le procedure relative ai rifiuti e sino ad ora imponeva di smaltire queste biomasse in discarica, o comunque ne impediva il recupero in termini di materia. «Sono molto soddisfatta - dice l´assessore regionale all´ambiente Anna Rita Bramerini - dato che questo provvedimento nasce da una specifica richiesta della Regione Toscana, una richiesta basata su studi portati avanti per anni e finalizzata a trovare un modo per rendere recuperabile la grande quantità di posidonia che ogni anno si spiaggia sulle coste toscane. Fino ad oggi infatti le alghe spiaggiate costituivano un rifiuto non riutilizzabile, mentre da oggi sarà possibile miscelarle fino al 20% nelle materie organiche utilizzate per ottenere il compost, e dunque trasformarle da rifiuto in fertilizzante di qualità. Gli studi su questo argomento in Toscana sono iniziati già nel 2000, grazie al lavoro della Provincia di Lucca, dell´Università di Sassari e del Cic. Alla luce di questo percorso di approfondimento e di un ciclo di seminari sull´argomento, nel 2005 la Regione ha inoltrato una richiesta formale al Ministero ed oggi siamo felici del risultato». Alla soddisfazione della regione si aggiungono anche quella del Cic e di Legambiente, che avevano insieme perorato la causa. «Una bella notizia - ha commentato Massimo Centemero, direttore tecnico del Cic - finalmente si va a recuperare sostanza organica da sostanza organica e si ha la possibilità di utilizzare un materiale considerato un rifiuto, ma che è invece una matrice pulita come risulta da una serie di analisi e verifiche che anche noi abbiamo fatto, e da cui si può ottenere un ottimo ammendante». Soddisfazione anche da parte di Legambiente che stimolò il nascere di questa iniziativa a partire da un convegno nazionale che s’intitolava proprio “Posidonia oceanica, da risorsa ambientale a rifiuto?”organizzato all’isola d’Elba nel maggio del 2005. «Da tempo avevamo sollevato il problema - ci ha detto Sebastiano Venneri, vicepresidente nazionale di Legambiente - oggi si ha la dimostrazione che l’ambientalismo i problemi li sa anche risolvere. Adesso gli amministratori che proprio non possono fare a meno di rimuovere le posidonie spiaggiate, che sarebbe invece bene lasciare sulla banchina, potranno almeno gestire il passaggio successivo in maniera virtuosa, portando cioè a compostaggio questa biomassa anziché mandarla in discarica».


alghe magazzini

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