In uno dei più fortunati film di Alberto Sordi, il Marchese del Grillo burlone e cinico fa suonare a morto (pagando delle messe di suffragio) tutte le campane delle chiese di Roma, alla stessa ora, come se fosse morto il Papa, e chiamato a rispondere del suo operato dice testualmente “Oggi è morto qualcuno più importante della Vostra Santità, è morta la Giustizia”, e spiega come al Pontefice come sia riuscito a corrompere i magistrati della Roma papalina per togliersi lo sfizio di veder condannare un ebanista ebreo “colpevole” di avergli fatto un ottimo lavoro che il Marchese ha deciso di non pagare. Se gli organi di informazione avessero una campana dovrebbero suonarla tutti e contemporaneamente a morto perché oggi si avverte particolarmente, il cadaverico fetore di regime che promana dal pomposo edificio dello stato di diritto, della certezza del diritto, che mostra di avere radici meno salde e certe delle case a rischio sismico di mezza Italia. Come nella Roma Papalina, come nell’Italia Fascista, come in tutti i regimi in cui chi non ha morale autorevolezza si veste di autorità, in un momento tragico per la nazione si pensa di rendere giustizia a quanti sono rimasti schiacciati sotto le macerie licenziando un corrosivo vignettista chiedendo “puntate riparatrici” a chi si è permesso di criticare l’agire dell'establishment . La regola è “Scherza con fanti ma lascia stare i Santi” autoproclandosi santi ovviamente. Certo ancora una volta dobbiamo riconoscere lo spirito di sacrificio e perfino l’eroismo dei soccorritori ma continua ad avere ragione Brecht nel ricordarci “Fortunato è quel paese che non ha bisogno di eroi ..”. Come dire che è fortunato il Giappone dove terremoti come quello dell’Aquila se ne verifica almeno uno l’anno, ed i morti sono sempre una cifra prossima allo zero, o come dire che più che “fortunato” bisognerebbe definirlo “normale”. Non è normale un paese nel quale a ridosso di una tragedia come quella abruzzese il capintesta si mette a parlare di Aquila 2 da realizzare in 18 mesi (salvo poi, come al solito, rimangiarsi in parte quanto ha detto), non è normale un paese dove occorrerebbe per prima cosa affermare il diritto alla vita, mettendoli in sicurezza dai rischi sismici ed idrogeologici, che mantiene l’impegno del Ponte-Berlusconi che, se anche restasse in piedi nell’area a maggior rischio terremoti d’Italia, verificandosi il 7.1 Richter per cui è stato progettato, collegherebbe due città rase al suolo come e più dell’Aquila, come accadde appena un secolo fa a Messina e Reggio Calabria dove terremoto e tsunami conseguente fecero 100.000 vittime. E’ probabile che tra qualche anno nell’Aquila ricostruita si dedichi uno spazio a quei 300 (in maggioranza) giovani e forti che sono morti, ma si potrebbe rendere a loro ed agli innumerevoli “caduti” nel massacro geologico d’Italia, un omaggio più vero e concreto, cominciando da subito almeno a far prevenzione, a risanare gli ospedali le scuole e le case dell’Italia più “ballerina” per tentare di farci ricordare come le generazioni che dopo tanta incuria iniziarono a tentare di porsi in armonia con la crosta terrestre de nostro paese.
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