A quale signorotto padano dal cuore legaiolo sono stati pestati i dolenti calli nella molto amena località elbana di Capo d'Arco, con la ristrutturazione del Cantinone? La domanda sorge spontanea dopo aver avuto notizia di ben due interrogazioni parlamentari presentate da tre deputati della Lega Nord sull'argomento (oltre che di una discussione in commissione parlamentare sollecitata dal PDL). Ora è vero che in una delle cartine secessioniste della prima ora il Senatur aveva incluso nella padania anche Piombino e l'Elba (Grosseto e il Giglio no, si vede che non gli ispiravano fiducia), è vero che un giorno godemmo pure dello spettacolo delle ballonzolanti cicce borgheziane sul portellone dell'Oglasa tra le urla entusiaste del gorillaio antiparco, ma da allora molto interesse per l'Isoletta Verde e Blu la Lega non lo aveva dimostrato, visto che ha continuato a farsi rappresentare in loco da qualche personaggio quanto meno pittoresco. Intendiamoci, non è che l'operazione urbanistica di che trattasi sia stata una meraviglia (tanto è che fu oggetto di una segnalazione di Legambiente a cui fece seguito l'usuale "ambientalisti cinici e bari!" di Francesco John Wayne Bosi sindaco del Cantinone in quanto di Rio Marina). Insomma. con tutti i devastanti troiai eseguiti, in esecuzione o in progetto all'Elba tutta questa attenzione delle alte sfere per un troiaietto? mmmmmmmmm, ci puzza.
alberto da giussano