Il 7 aprile il Consiglio Comunale di Marciana Marina ha approvato una mozione presentata dai Consiglier del gruppo di opposizione Lista Civica per Marciana Marina Alberto De Fusco e Umberto Mazzantini. La mozione è stata illustrata da Mazzantini che ha anche chiesto che il Comune istituisca un registro per il testamento biologico nel quale i cittadini possano depositare le loro volontà, come già fatto con successo in altri comuni. Il Sindaco Andrea Ciumei ha detto che l’istituzione del registro doveva essere rimandata all’approvazione della legge in parlamento, si è detto personalmente d’accordo con la mozione ed ha lasciato libertà di voto alla propria maggioranza dicendo che la scelta riguardava la coscienza e la sensibilità di ognuno dei consiglieri. Mazzantini con un ulteriore appassionato intervento ha ribadito tutto il suo rispetto ed ammirazione «per le eroiche famiglie, anche di Marciana Marina, che scelgono di assistere i loro cari in situazioni paragonabili a quelle di Eluana Englaro, ma lo Stato non può essere etico e decidere ed imporre ai propri cittadini la scelta che riguarda un atto importantissimo per la vita e la dignità di ogni essere umano. Davanti alla fine della vita lo Stato deve fare un passo indietro e lasciare agli individui ed alle famiglie le scelte da fare, rispettando la loro volontà». Alla fine tutti i Consiglieri Comunali di Marciana Marina hanno approvato la seguente mozione “In merito all’approvazione di una legge sul testamento biologico in sede parlamentare”: Il Consiglio Comunale di Marciana Marina premesso che la vicenda recente di Eluana Englaro, ed in particolare la richiesta del padre, in qualità di tutore, di procedere all’interruzione del trattamento di sostegno vitale artificiale della figlia, ha riaperto nell’opinione pubblica un accesso dibattito sulla necessità di una legge nazionale sul “testamento biologico”; premesso che la Corte d’appello di Milano, con sentenza dell’ottobre del 2008, ha autorizzato la richiesta del signor Englaro motivandola con l’esigenza di rispettare il modo di Eluana “di sentire e concepire la vita e la morte, del proprio modo di immaginare come sarebbe stata, anche e in primo luogo per lei stessa, la soluzione migliore”, ritenendo tale interesse “prevalente su una necessità di tutela della vita biologica in sé e per sé considerata”; premesso che il rispetto della persona umana e della sua volontà individuale, che porta con sé la non coercibilità del trattamento sanitario se non per disposizione di legge, è un principio affermato dall’art.32 della Carta costituzionale nonché dalla Convenzione europea di Oviedo, la quale impone ai medici il rispetto della volontà del malato; premesso che la tematica in esame risulta particolarmente delicata, in quanto tenuta a confrontarsi con le convinzioni personali e religiose degli individui in rapporto allo stato attuale del progresso tecnologico, in grado di strappare il paziente alla morte consegnandolo ad uno stato artificiale, una “condizione di vegetante, creata come esito non voluto delle metodiche di rianimazione e di terapie intensive”, così come recentemente affermato da Umberto Veronesi; considerato che il disegno di legge sul “testamento biologico” della maggioranza di centro-destra, attualmente all’esame del Parlamento nazionale, intende imporre alla generalità dei cittadini principi di tipo religioso, pur degni del massimo rispetto quali scelte personali ma atti a violare i diritti fondamentali dei cittadini, laici o credenti che essi siano; considerata la necessità del rispetto delle diversità di opinioni culturali e delle convinzioni religiose dei singoli, principio base di uno Stato laico e democratico, nel quale la soggettività di ognuno deve trovare il suo spazio costituzionalmente tutelato; esprime la propria solidarietà alla famiglia Englaro per la dolorosa conclusione di un lungo e difficile cammino da loro intrapreso con grande umanità e consapevolezza del valore della vita e della dignità della persona; invita la Giunta a manifestare con determinazione nei confronti del Governo nazionale la necessità di una legge sul “testamento biologico” che dia priorità assoluta alle scelte del singolo individuo, lasciato libero di fornire direttive anticipate per le fasi finali della propria vita, potendo rinunciare a interventi terapeutici forzati e invasivi, tra i quali andranno incluse l’idratazione e l’alimentazione; ad operare in modo che i servizi sociosanitari siano sempre in grado di garantire ai cittadini il rispetto dei loro diritti e delle loro volontà.
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