Torniamo a parlare con un Marco Gulinelli più disteso a ventiquattro ore circa dalla “intervista” rilasciataci dal Responsabile dei Vigili del Fuoco in toni quasi drammatici, mentre era costretto ad abbandonare Piane al Canale che ci si aspettava fosse completamente desertificata dalle fiamme. Ed è proprio da Piane al Canale il funzionario inizia il suo “punto sulla giornata”: “Qui i danni sono stati per fortuna inferiori a quelli che ci si aspettava. Il fuoco non è partito “di chioma” come ci si aspettava, ma in basso, si sono salvati gli alberi di più alto fusto della zona a monte e la cessa ha fatto bene il suo lavoro. In generale se stanotte non ci sarà vento – dice Gulinelli - si dovrebbe andare verso la soluzione permangono focolai e fumate all’interno e fino che c’è stata visibilità il Canadair ha sganciato su Vallebuia e l’elicottero ha continuato a lavorare su Piane al Canale”. Chiediamo se si può azzardare una stima dell’area percorsa dalle fiamme: “Quasi sicuramente tra i 700 e gli 800 ettari, più o meno un trentesimo della superficie complessiva dell’Elba, ma occorrerà uno studio dettagliato sulla carta per quantificare esattamente la superficie incendiata”. Le agenzie hanno battuto la notizia degli inneschi ritrovati inesplosi: “Sì – risponde Gulinelli - ne sono stati trovati 5 abbastanza concentrati nella zona dell’Accolta, tra S.Ilario e S.Piero. Li hanno individuati le G.A.V. ad una quarantina di metri dalla strada. La loro posizione di ritrovamento mi radica nella convinzione che erano stati messi là, oltre che per incendiare, anche per fare male a chi stava spengendo immediatamente a monte”. Ed in ultimo il funzionario tira fuori dal cappello (anzi dall’elmetto) un episodio assolutamente inedito ed inquietante: nella sera di mercoledì contro un Camion dei Pompieri che stava risalendo i tornanti del Perone, un ignoto ha lanciato un grosso sasso. La pietra destinata al parabrezza e quindi a far male ai Vigili del Fuoco a bordo ed a mettere fuori uso il mezzo, ha però colpito il tetto della cabina di guida. La squadra trasportata ha avvertito il forte colpo ma lo ha interpretato con l’urto con un ramo ed ha proseguito. Solo una volta giunti a destinazione i pompieri hanno trovato sulla parte superiore del mezzo la pietra di circa un chilogrammo di peso che poteva essere stata solo deliberatamente lanciata contro il Mercedes. “Stiamo stendendo il rapporto con il quale informeremo l’Autorità Giudiziaria anche di questo episodio, che è un’ulteriore conferma che i galantuomini che stiamo cercando non vengono certo dalla Papuasia – chiude Gulinelli – questi si muovono in zone scoscese difficili da interpretare, di notte, con una sicurezza ed una disinvoltura di cui può disporre solo chi ha una conoscenza millimetrica del territorio” Per una parte del suo ragionamento Gulinelli sembra far eco, ad un’altra dichiarazione che non ha ascoltato, quella di Umberto Mazzantini di Legambiente che ha detto al Tirreno e a l’Unità: “Probabilmente - aveva dichiarato l'esponente nazionale del Cigno Verde - gli incendiari sono schegge impazzite del movimento antiparco che non esiste più. Guarda caso gli incendi partono dai confini del parco con il vento che spinge al suo interno. Certo, si assiste ad un’escalation. Oggi poi l’odio per il parco si sta rivolgendo verso i volontari e verso chi difende l’ambiente”.
incendio capanne 2