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Lo scetticismo di Provenzali per la sperimentazione sanitaria

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 04 aprile 2009

“Perché introdurre all’Elba un modello organizzativo inadeguato invece di rafforzare le attuali strutture sanitarie?” “E’ davvero singolare che per la sperimentazione di un modello organizzativo assistenziale importato dall’estero, dove peraltro si starebbe già pensando di abbandonarlo, sia stata scelta per la provincia di Livorno la struttura sanitaria della nostra isola che già soffre di gravi disfunzioni a tutt’oggi irrisolte”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale Leopoldo Provenzali per il quale “il progetto sperimentale, per il reparto di chirurgia-ortopedia, di introdurre nei prossimi mesi due diversi sistemi di degenza, quello del week hospital e quello del long hospital, il primo dotato di 17 posti letto con degenza su cinque giorni e chiuso il sabato e la domenica ed il secondo con 11 posti letto sempre aperto, che come detto sono oggetto di ripensamento laddove già adottati, è un tipo di soluzione che potrebbe spianare la strada ad un pericolo sempre incombente, cioè quello di trasformare l’spedale di Portoferraio in una sorta di grande Pronto Soccorso. Con ciò, impoverendo progressivamente anziché rafforzare, come dovrebbe essere, l’intera struttura sanitaria dell’isola”. “A questo proposito” ha aggiunto Provenzali “torna d’attualità anche il problema del 118. In sostanza, mancano i medici la cui collocazione ottimale dovrebbe essere uno sull’ambulanza, due al pronto soccorso ed altri due sul territorio, cioè le cosiddette ambulanze periferiche. In realtà, invece, si sente parlare di averne solo due, uno al pronto soccorso e l’altro sull’ambulanza. E’ chiaro che tale piano, anche in previsione della stagione turistica, sarebbe fortemente inadeguato a rispondere alle esigenze di un territorio geograficamente svantaggiato come il nostro che presenta anche collegamenti disagevoli”. “Sono anni che reclamiamo servizi sicuri e puntuali” conclude Provenzali “e che cosa otteniamo in cambio? Un atteggiamento da parte della ASL 6 e della Regione che continua a penalizzarci fortemente, adesso anche improvvisandoci cavie di un presunto piano mirato all’ottimizzazione dei servizi ed al contenimento delle spese quando invece occorrerebbero un sensibile allargamento dell’organico degli operatori sanitari e dotazioni strumentali efficienti, efficaci e moderne”.


ospedale 3

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