Entro giugno la Toscana approverà la legge che regolamenterà la possibilità di ampliare case e villette e di ricostruire edifici degradati con una maggiore volumetria. Un sostegno all'edilizia, ma nel rispetto delle regole. Senza alcuna deroga, ma anzi incentivando bioedilizia, risparmio energetiche e sviluppo di fonti energetiche alternative. Un provvedimento che varrà diciotto mesi dalla sua entrata in vigore. «Siamo passati da un decreto ad un accordo: e questo è un buon risultato. Siamo soddisfatti di aver dato il nostro contributo per realizzarlo» commenta il presidente della Toscana Claudio Martini, salutando il via libera della Conferenza Stato-Regioni di questa mattina alla proposta unitaria delle Regioni. «Abbiamo sempre sostenuto che l’idea di dinamizzare l’edilizia, in tempi di crisi come l’attuale, fosse condivisibile, ma che non si poteva procede re in deroga alle competenze e agli strumenti urbanistici – chiarisce Martini - Questa idea è risultata vincente. Tutte le Regioni l’hanno condivisa. Gli ampliamenti saranno consentiti dalle leggi regionali in coerenza con gli strumenti del governo del territorio». «Sono stati cancellati – aggiunge - gli interventi dal maggior impatto e che potevano stravolgere equilibri e scelte urbanistiche come i cambiamenti di destinazione d’uso, la compravendita delle cubature, gli interventi nei centri storici, nelle aree delicate e nei parchi. Ci metteremo subito al lavoro per approvare entro giugno la legge regionale. La giunta farà la sua parte: è già al lavoro per produrre un testo che riprenda i contenuti dell’accordo in coerenza con le previsioni contenute nella legislazione e nei piani. Importante è anche l’impegno per la semplificazione. Sarà un miglioramento permanente delle procedure, nell’interesse dei cittadini e degli operatori economici». Gli ampliamenti possibili Si potranno ampliare del 20 per cento (e per non più di 200 metri cubi) le villette mono e bifamiliari o comunque palazzine fino a 1000 metri cubi (ovvero piccoli condomini fino a quattro appartamenti), al dei fuori dei centri storici. L'ampliamento possibile sarà del 35% nel caso di demolizione e ricostruzione, purché il nuovo edificio sia costruito con tecniche di bioedilizia e prevedendo fonti energetiche rinnovabili. Gli ampliamenti potranno riguardare solo edifici a destinazione residenziale e edifici non abusivi. I dettagli affidati a leggi regionali, da approvare entro tre mesi Saranno comunque le Regioni a dover tradurre i punti dell'accordo in norme regionali, che varranno al massimo 18 mesi. Si sono impegnate a farlo entro tre mesi. E non sarà una semplice trascrizione. Le Regioni potranno infatti indicare aree che saranno escluse dal provvedimento e dove dunque non saranno possibili ampliamenti, come zone di particolare pregio ambientale e paesaggistico o dove sono presenti beni culturali, oppure zone dove il provvedimento potrà al contrario essere addirittura incentivato. Norme più semplici L'accordo prevede anche forme semplificate e più veloci per l'autorizzazione degli interventi di ampliamento. Il governo si è impegnato ad emanare entro dieci giorni un decreto per semplificare le procedure di competenza esclusiva dello Stato con l'obiettivo di rendere l'iter più rapido. Chiesto un vero piano casa, più trasparenza per evitare il lavoro in nero Le Regioni hanno chiesto al governo un impegno comune per varare un vero piano casa per rispondere alle esigenze delle famiglie in difficoltà ad accedere al libero mercato degli affitti. L'individuazione delle risorse, pubbliche e private, è rinviata ad un successivo atto. Al fine di garantire il rispetto delle norme previdenziali, assistenziali e di sicurezza nei cantieri per i lavoratori sarà messo a punto un meccanismo che garantisca la maggior trasparenza possibile, sull'esempio dello sgravio Irpef del 36% già utilizzato per le ristrutturazioni. L'obiettivo è scoraggiare il lavoro in nero.
Claudio Martini