"Guardate la fine di quel Nazzareno - e un ladro non muore di meno" Morti in tanti senza neppure sapere in quanti, morti comunque a centinaia inghiottiti da soli dal mare o morti vedendo morire una moglie o un figlio, a poche miglia da una "salvezza", rappresentata da una vita da clandestini, dai reticolati di un paese gretto e razzista che parla di valori religiosi e poi per quello che è si rivela, un paese sotto la cui crosta di rispettabilità, di perbenismo, di "cuore d'oro" anzi della "Milan col coeur in man", scorrono fiumi di merda etica, culturale e cloacale. Paese-monumento ad un osceno Priapo strafatto di Viagra, paese pronto ad insorgere e a fare le ronde contro i malviventi dalla pelle diversa, quelli che rubano una scatola di biscotti e giustamente vengono uccisi a sprangate, quelli a cui è giusto e divertente dare fuoco. Paese lacrimoso quando 4 o 5 giovani teste di cazzo di ritorno da una notte di bagordi, su una potente auto che qualche matura testa di cazzo ha posto loro sotto il culetto, si schiantano accoppando magari "en passant" un disgraziato che si è alzato presto per andare a lavorare. Paese a ciglio asciutto quando a crepare sulle soglie di casa sua, tentando di bussare alla sua porta, è "soltanto" qualche centinaio di negri. Paese senza rispetto, neppure formale, per i morti senza sepoltura, che non fa edizioni speciali di TG, paese di informatori struzzi e stronzi, comunque servi del potente di turno che ha loro ordinato di fornire ogni giorno la minuta cronaca delle malefatte dei diversi degli stranieri, paese occupato da mafie e massonerie, paese a libertà religiosa (ed anche indignazione religiosa) limitata, paese medievale in attesa di un ennesimo ed improbabile rinascimento. Barbaro paese dove assassino viene chiamato il Signor Englaro, dove si continua ad usare l'espressione "morire di fame e di sete" per chi non prova sete, né fame, né alcuna altra sensazione da anni, paese che non ha il coraggio civile di chiamare assassini coloro che fanno tutto ciò che possono per costringere fratelli scuri, spinti dalla fame e dalla sete, a mendicare di essere sfruttati, rischiando la vita stivati su un barcone marcio. Paese marcio di voyeurismo, che si attarda in seconda serata per apprendere ogni particolare horror ed ogni particolare pruriginoso dietro al delitto di turno, da Cogne a Erba, da Perugia a Garlasco alla ricerca di qualche nuovo mostro e meglio ancora di qualche nuova Santa Maria Goretti, e tra una perizia criminologica e l'altra dei necrofagi televisivi si fa abbindolare dalla pubblicità delle crociere grattandosi le chiappe sul divano come Homer Simpson, mentre c'è chi in quello stesso istante, la sua "crociera" della speranza la termina crepando nelle acque fredde. Paese da ripulire, da rifondare, da potare basso come una pianta malata confidando nei "butti", sperando che siano quelli a farlo ricrescere da questa totale rovina.
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