37.000 posti di lavoro di docenti tagliati nella scuola italiana è il riscontro dell’investimento che questo governo sta facendo sulla scuola. Un indicatore pro-recessione che crea più disoccupazione e precariato e che colpisce le regioni maggiormente in difficoltà come quelle meridionali. Una posizione controcorrente, che disinveste sul sistema di istruzione pubblico mentre altri Paesi considerano proprio l’istruzione uno degli ambiti su cui puntare per uscire dalla crisi: Obama, per esempio, ha investito sulla riqualificazione della scuola americana ben 235 miliardi di dollari. “L’istruzione - ha sottolineato Vanessa Pallucchi, responsabile Scuola e Formazione di Legambiente - non è solo un costo e i tagli non possono essere effettuati senza tener conto delle conseguenze che avranno sugli specifici contesti territoriali. In particolare, come Legambiente riteniamo che un prezzo molto alto lo pagheranno le aree più marginali del Paese, come i piccoli centri del Sud Italia, dove le percorrenze tra un plesso e l'altro sono ampie e dove i tagli così massicci dell’organico docente metteranno a rischio molte scuole, con la conseguenza di condannare i piccoli cittadini di questi centri ad essere pendolari sin dalla scuola dell’infanzia”.
alunni scuola materna S.Giuseppe