Sabato 21 marzo 2009 alle ore 17.00 si terrà a Portoferraio (Isola d’Elba) presso la Sala della Gran Guardia (sotto la Porta a Mare), nell’ambito della rassegna Incontri con l'autore, in occasione della Giornata mondiale della Poesia, la presentazione dell’antologia Vicino alle nubi sulla montagna crollata, Campanotto editore, Udine, 2008, curata da Luca Ariano ed Enrico Cerquiglini, prefazione di Leonardo Mancino e intervista in esclusiva a Paul Connett. Interverranno: Enrico Cerquiglini (curatore) Marino Garfagnoli (assessore alla cultura del Comune di Portoferraio). L’antologia presenta frammenti poetici legati alla natura e all’ambiente. Una mano tesa per poter salvare anche con la forza del cuore e delle parole quello che resta del nostro inestimabile patrimonio naturale e culturale. Assume particolare significato la sua presentazione in occasione della giornata mondiale della poesia; anche per questo sarà lasciato spazio, nella presentazione della conferenza, a giovani che con le loro parole e la loro voce ci racconteranno emozioni, desideri e percezioni di quello che sarà il loro mondo. Dalla Introduzione Una terra di canti e disincanti di Luca Ariano e Enrico Cerquiglini Il mondo è non è più lo stesso che i nostri antenati hanno conosciuto. Un secolo di tecnologia ha cambiato il volto di ogni cosa: lavoro, cultura, economia, città, campagne. Questo cambiamento, così repentino e spietato, sta rimuovendo il Passato. Ne cancella con cura certosina ogni traccia che non può essere tradotta in denaro. Si salva solo ciò che può essere utilizzato per creare business e quindi nientificato nel suo essere. Le campagne italiane si stanno popolando di agriturismi, di country house, di residenze estive ricavate da vecchie case contadine ristrutturate. Questi interventi snaturano completamente le strutture originali e contribuiscono a distruggere anche la memoria di un mondo che ha subito un genocidio assecondato da classi dirigenti quanto meno incoscienti e succubi al potere economico emergente. Delle campagne, del mondo contadino, resta solo un ricordo trasmesso oralmente dai vecchi – ricordo destinato a svanire in pochi anni – dopodichè il nulla. Tutto sarà rimosso, relegato al massimo ai libri di storia, allontanato definitivamente dalla realtà. Questa scomparsa – tacitamente accettata e voluta da tutte le parti politiche – non trova nessuna resistenza, nemmeno da coloro che dovrebbero rappresentare la parte migliore del paese: gli intellettuali. Nessuno che alzi la voce per difendere il nostro paesaggio urbano, nessuno che si indigni e denunci quanto avviene. …. Nel frattempo l’Italia degenera, scompare, sostituita da mostri di cemento, da arterie di asfalto, da una speculazione autorizzata che rischia di portare al disastro generalizzato. E in queste brutture abbrutisce definitivamente un popolo, mostrando i segni di una decadenza, di una marcescenza senza ritorno. Chi può salvarci dalla distruzione del paesaggio e dell’anima? Chi può garantire la salvaguardia della memoria di un mondo rimosso? Chi può ascoltare il grido di milioni di morti che per migliaia di anni hanno coltivato la terra rispettandola e amandola, trasmettendoci un mondo vivo, che chiedono rispetto e memoria palpabile per il loro atavico sacrificio? Chi può salvare quel poco che resta del paesaggio rurale, dell’architettura rurale, per tramandare al futuro (se futuro ci sarà!) l’immagine di una cultura annichilita? Probabilmente nessuno….. Non siamo certo così ingenui da pensare che un’antologia (che non ha nelle nostre intenzioni valenza critica, ma di sensibilità verso una certa situazione) possa modificare nell’immediato le cose, ma ci piace credere, pensare e tentare di fare in modo che attraverso una poesia, un semplice verso qualcuno possa accorgersi che i poeti non vivono nel loro mondo, ma sono parte attiva e con la loro voce cercano di migliorare, far riflettere e cambiare le cose.
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