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Controcopertina: I Piani provinciali per i Rifiuti Urbani e Speciali

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 06 agosto 2003

Il Piano di Gestione dei Rifiuti Speciali anche pericolosi Il Piano dei Rifiuti Speciali anche pericolosi della Provincia di Livorno è stato adottato dal Consiglio Provinciale di Livorno il 29 giugno 2003. Il 23 luglio successivo è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana l’annuncio della disponibilità pubblica del Piano presso la provincia e presso i Comuni, affinché tutti i cittadini ne possano avere conoscenza. Partono da questa data 60 giorni dedicati ad illustrare il Piano in conferenze pubbliche e a permettere a tutti i cittadini di presentare osservazioni al piano, prima di portarlo in Consiglio Provinciale per l’approvazione definitiva. Tutto il procedimento di inchiesta pubblica è svolto con l’ausilio di un garante dell’informazione che deve assicurare a tutti i cittadini il diritto all’informazione e alla possibilità di proporre modifiche al piano stesso. Sulla base del Decreto Legislativo 22/97 (meglio conosciuto come Decreto Ronchi), e della Legge Regionale 25, insieme al Piano di Gestione dei Rifiuti Urbani, compito delle Province è anche quello di predisporre un Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Speciali anche pericolosi. Tale Piano è un atto di indirizzo, un rapporto conoscitivo che fotografa la realtà esistente in maniera esaustiva allo scopo di mettere a disposizione di tutti una conoscenza per una più efficace gestione del territorio sotto il profilo ambientale ma senza elementi prescrittivi. Il Piano dei Rifiuti Urbani deve perseguire l’autosufficienza nell’ambito della provincia, individuando e localizzando gli impianti esistenti, quelli necessari alla corretta gestione, le modalità con le quali perseguire le finalità indicate dal decreto Ronchi: 1) riduzione delle quantità di rifiuti; 2)raccolta differenziata e riutilizzo; 3) termovalorizzazione della frazione residuale. Il Piano dei Rifiuti Speciali anche pericolosi si propone i seguenti obiettivi: • determinare il quadro delle conoscenze della produzione, distinta per qualità e quantità, dei rifiuti speciali anche pericolosi nel territorio provinciale, nonché i diversi flussi di questi rifiuti verso la provincia e fuori della provincia stessa; • indicare azioni e modalità per la riduzione alla fonte di questi rifiuti; • individuare processi sinergici tra industrie ed attività economiche diverse per massimizzare le possibilità di recupero reciproco degli scarti prodotti; • fornire indicazioni per incrementare o realizzare ex-novo una serie di impianti di gestione finalizzati alla riduzione della pericolosità dei rifiuti speciali, al recupero e allo smaltimento finale; • individuare azioni ed interventi finalizzati a minimizzare l’impatto ambientale del trasporto dei rifiuti e ad offrire servizi economicamente vantaggiosi all’apparato produttivo della provincia. Secondo l’art. 7 comma 3 del D.Lgs. 22/97 sono Rifiuti Speciali: • i rifiuti da attività agricole e agroindustriali • i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti pericolosi che derivano dalle attività di scavo • i rifiuti da lavorazioni industriali, fatto salvo quanto previsto dall’art. 8 comma 1 lettera f-quater • i rifiuti da lavorazioni artigianali • i rifiuti da attività commerciali • i rifiuti da attività di servizio • i rifiuti derivanti dalle attività di recupero e smaltimento rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione o depurazione di acque e da abbattimento fumi • i rifiuti sanitari • i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti • i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti • il combustibile derivato da rifiuti Il Piano di gestione rifiuti urbani e assimilati Il Piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani e assimilati della Provincia di Livorno – ATO 4 è stato approvato dal Consiglio Provinciale di Livorno con D.C.P. n. 158/2000 e successive modifiche ed integrazioni di cui alla D.C.P. 168/2000. Con il documento di aggiornamento si è inteso procedere non solo alla revisione dei dati di produzione dei rifiuti urbani e di raccolta differenziata delle quattro aree in cui il territorio provinciale risulta attualmente suddiviso per la gestione dei rifiuti, ma si è anche inteso fissare obbiettivi di Raccolta Differenziata più ambiziosi che prevedono il raggiungimento dell’obbiettivo del 55% al 2007. Al fin del raggiungimento di tale obbiettivo, rimangono validi gli indirizzi di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti urbani contenuti nel piano provinciale già approvato. Infine, per garantire la corretta gestione sia dei maggiori flussi raccolti in modo differenziato (in particolare dell’organico) e di razionalizzazione del sistema ai fini del perseguimento degli obbiettivi previsti sempre dal decreto 22/97, ed in particolare di assicurare la gestione dei RSU secondo criteri di efficienza, efficacia e di economicità nonché l’autosufficienza all’interno del territorio provinciale, corrispondente all’ATO 4, è stata compiuta la razionalizzazione dei flussi e degli impianti di gestione dei medesimi, tenendo conto della situazione impiantistica esistente. Gli adeguamenti del sistema impiantistico, sebbene limitati, si sono resi necessari anche a seguito dell’emanazione della Direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche, recepita nell’ordinamento nazionale con D.Lgs. del 13/01/2003 n. 36, ai sensi della quale i rifiuti possono essere collocati in discarica solo dopo trattamento, inteso a tal fine ogni processo fisico, termico, chimico o biologico, incluse le operazioni di cernita, che modifichi le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa, di facilitarne il trasporto, di agevolare il recupero o di favorirne lo smaltimento in condizioni di sicurezza. In pratica il sistema di gestione dei rifiuti urbani dell’ATO 4 è stato rivisto per conseguire le seguenti finalità: potenziare la RD al fine di ottenere importanti flussi di rifiuti da avviare direttamente al recupero senza necessità di ulteriori trattamenti al fine di evitare gli impatti sull’ambiente dovuti alla realizzazione di nuovi impianti; ottenere flussi significativi di frazione organica da avviare alla valorizzazione presso gli impianti di compostaggio di qualità; garantire la massima efficienza degli impianti di selezione e trattamento della frazione indifferenziata residuale da RD, ai fini di massimizzare la produzione della frazione secca per la produzione di Combustibile da Rifiuto (CDR) da avviare a recupero energetico e della frazione organica da avviare a stabilizzazione (FOS) per il successivo avvio agli usi consentiti dalla normativa vigente (copertura di discariche, ripristini ambientali, ecc.); ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti da avviare allo stoccaggio definitivo presso discariche controllate, che dovranno essere costituiti esclusivamente dalle frazioni residuali dalle operazioni di trattamento. Inoltre la gestione è stata riorganizzata in maniera tale che, sempre nel rispetto delle configurazione impiantistica esistente e dove possibile, è stata attuata una “specializzazione” per le diverse matrici ottenute dai rifiuti. In dettaglio, nella fase a regime, il polo di gestione dell’area livornese sito in loc. Picchianti, sarà dedicato al recupero della frazione secca tramite termovalorizzazione del CDR prodotto dall’intero ATO 4, mentre il polo integrato di gestione dei rifiuti di Rosignano M.mo, sito in loc. Scapigliato, sarà eletto alla valorizzazione sia della frazione organica da selezione dell’indifferenziato tramite digestione anaerobica, che della frazione organica da raccolta differenziata tramite compostaggio di qualità, prodotte nella zona nord del territorio provinciale. Il polo dell’area di Piombino, sito in loc. Ischia di Crociano, è stato confermato come idoneo sia per il trattamento della frazione secca di tutta la zona sud del territorio provinciale che per la valorizzazione della frazione organica. Il polo di Piombino è stato inoltre individuato come punto di conferimento della frazione secca selezionata proveniente dall’Isola d’Elba, al fine della produzione di CDR. Gli impianti esistenti sull’Isola d’Elba dovranno essere adeguati per poter effettuare anche la valorizzazione, tramite compostaggio di qualità delle frazioni organiche da raccolta differenziata, e per garantire il raggiungimento degli obbiettivi di RD fissati nel presente documento. Si è inoltre introdotto il concetto di “Giacimento del CDR”, costituito da un contenitore virtuale nel quale confluiranno tutti i flussi di CDR prodotti dagli impianti del territorio provinciale che dovranno essere gestiti dalla Comunità di Ambito attraverso il proprio piano industriale, indirizzandoli prioritariamente al termovalorizzatore di Livorno, oppure in caso di indisponibilità parziale o totale in caso di fermate, ad impianti di recupero esterni al territorio dell’ATO 4. Nella fase a regime, in tale giacimento potranno confluire anche flussi di CDR prodotti nella provincia di Lucca, nel caso venga verificata una potenzialità residua di trattamento, in modo da garantire il massimo utilizzo dell’impianto di termovalorizzazione di ambito e di conseguenza la massima efficienza di gestione da attuare con il succitato piano industriale. Nel periodo transitorio (2003-2006) e cioè sino alla già prevista realizzazione della terza linea del termovalorizzatore di Livorno, il piano industriale dovrà valutare quali siano i flussi di CDR più idonei da avviare all’impianto di Livorno, in relazione alle caratteristiche di funzionamento, e quali invece siano più convenientemente collocabili (in relazione alle qualità specifiche ed ai costi) presso impianti esterni all’ATO 4. Sempre per il solo periodo transitorio, è previsto il proseguimento dell’esercizio della discarica dell’area livornese, sita in loc. Vallin dell’Aquila, la cui volumetria residua dovrà garantire sino al 2007 lo smaltimento della frazione organica proveniente dall’impianto di selezione meccanica da RU del Picchianti che invece, nella fase a regime, sarà conferita all’impianto di digestione anaerobica di Rosignano M.Mo, mentre la discarica di Livorno potrà ricevere esclusivamente i rifiuti residui dal trattamento termico. Infine, il presente documento prende atto degli accordi sottoscritti tra la Provincia di Livorno e la Provincia di Lucca, ricomprendendo quindi nel sistema di gestione dell’ ATO 4 anche flussi di rifiuti provenienti dall’ ATO 2. Il “Documento di aggiornamento” è stato adottato dal Consiglio provinciale in data 29/05/2003 con deliberazione n. 101. Nel rispetto delle procedure di approvazione dei piani di gestione dei rifiuti, previste dall’art. 12 della L.R. 25/98 e successive modifiche ed integrazioni, dal giorno 24/07/2003 il succitato documento sarà depositato presso la segreteria provinciale e le segreterie dei comuni per 60 gg consecutivi, durante i quali chiunque avrà facoltà di presentare osservazioni alla Provincia. Appuntamenti di discussione e confronto con le Istituzioni, cittadini, forze sociali ed economiche per raccogliere informazioni, sollecitazioni e osservazioni attorno ai due Piani sui Rifiuti della Provincia: ISOLA D’ELBA: 28 AGOSTO ore 10, 30 presso il salone della Provincia via Manzoni


Stemma Provincia Livorno

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gassificatore buraccio

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gassificatore buraccio vicino

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