Ruggero Barbetti e gli ex amministratori di Capoliveri sono stati assolti in appello dall’accusa di “lite temeraria”. E’ questo il termine tecnico per indicare la disputa legale col WWF su un presunto abuso a Lacona e sul diniego da parte dell’amministrazione comunale dell’accesso ad alcuni documenti opposto all’associazione ambientalista. La corte dei Conti ha così ribaltato in secondo grado la sentenza emessa in prima istanza che condannava gli esponenti del Comune al pagamento di 1.600 euro per aver deciso di costituirsi in giudizio davanti al Tar, considerando questa decisione ingiustificata e costata soldi pubblici all’amministrazione. Il WWF aveva chiesto accesso ad alcuni documenti su un presunto abuso a Lacona. Il Comune aveva negato l’accesso perché, secondo gli avvocati dell’ente, sul fatto c’era un’inchiesta in corso e perché l’area interessata era già stata sistemata. Il Tar aveva poi accolto il ricorso, ordinando al Comune di esibire gli atti e sottolineando, nella motivazione della decisione, l’infondatezza del diniego opposto dal Comune. La Corte dei conti aveva ritenuto eccessivo il ricorso alle vie legali, condannando gli amministratori a rifondere un presunto danno. Nella motivazione del giudizio d’appello, secondo il quale viene cancellato l’obbligo di pagamento, la Corte non rileva nella condotta degli amministratori la “colpa grave” che dovrebbe giustificare la condanna, anche se riconosce il diritto d’accesso ai documenti, sottolineando anche che nel 2000, quando cioè si svolsero i fatti, non era dimostrato il diritto delle associazioni di accedere agli atti in materia urbanistica a meno che non avessero rilevanza ambientale. Su questo ultimo aspetto dunque, come si comprende, agisce la discrezionalità e negli anni sono state emesse molte sentenze a livello nazionale.
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