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Anna Politkovskaja PROIBITO PARLARE

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 15 marzo 2009

Cecenia, Beslan, Teatro Dubrovka: le verità scomode della Russia di Putin Anna Stepanovna Politkovskaja sapeva che il suo destino era ormai segnato, troppe le minacce ricevute e troppo potenti i suoi nemici. Già scampata a un tentativo di avvelenamento e a drammatici inseguimenti notturni sui monti della Cecenia o dell’Inguscezia, è stata assassinata il pomeriggio del 7 ottobre 2006 sul portone di casa. Per la sua esecuzione sono stati esplosi quattro colpi da una pistola Makarov PM. Uno alla testa. Immediati lo sdegno e la rabbia in tutto il mondo da parte di colleghi, politici, associazioni umanitarie e semplici cittadini, molti sinceri, altri si riveleranno inevitabilmente di circostanza. Solo il presidente Putin aspetta ben tre giorni prima di commentare la notizia e promettere la giusta e inevitabile punizione per i responsabili. Chissà se qualcuno davvero ha mai creduto che il bersaglio principale del lavoro di Anna Politkovskaja, tirato in causa spesso come responsabile dei crimini di guerra commessi soprattutto in Cecenia, potesse realmente tenere fede ad una promessa così grande: fare giustizia. La cronista della Novaja Gazeta ha raccontato i drammi della gente del Caucaso facendo nomi, additando esecutori materiali e mandanti politici di torture, esecuzioni sommarie, stragi di civili, lei inviata di guerra, appassionata di pace, sui fronti più sconosciuti all’opinione pubblica mondiale, eppure così vicini da sembrare impossibile che fossero reali. La Russia è il paese emergente dei nuovi ricchi da corteggiare per il gas e il petrolio, la nuova frontiera di un mondo in cui spesso conviene fare finta di niente, tanto che una giornalista che ogni giorno ti sbatte in faccia racconti e testimonianze di conflitti e tragedie che non si vogliono vedere, rappresenta da morta una vittima da far finta di piangere, ma da viva un grosso problema. I suoi non sono articoli ma denunce, i post scriptum spesso delle condanne mirate e efficaci, ma tremendamente scomode: «Si prega di considerare questo articolo un appello alla Procura generale. La redazione è pronta a mettere le registrazioni a disposizione di chi vorrà contattarla» (Naturalmente nessuno si farà vivo). «Le riprese con il cellulare, ne sono sicura, sono state diffuse per una sola persona del nostro paese: Putin. È un film che in una sala vuota viene mostrato a un solo spettatore, che non si sforza di fingere di avere capito quale disgustosa piega ha preso la realtà plasmata con quel che gli è capitato sottomano». (In riferimento a video di rapimenti, stupri di gruppo, suicidi forzati di cui era venuta in possesso). Chi si attendeva la verità e la giustizia promesse da Putin per l’omicidio di Anna Politkovskaja o era un illuso, o in malafede, o non aveva mai letto niente di quanto da lei pubblicato. Chi ha sperato che le indagini per la sua morte portassero risultati concreti è stato smentito, come prevedibile, dai fatti. Certo si è trattato di un processo indiziario, che quindi si prestava a varie soluzioni, ma anche con infiniti interessi in ballo, gestito male da Procure e Polizia, il cui esito era praticamente già scritto. E al limite che cosa potevano aver mai commesso? Ucciso una giornalista. La Russia occupa il secondo posto al mondo per quantitativo di giornalisti uccisi. A partire dal 1992 al 2009 sono infatti oltre duecento quelli che hanno perso la vita in circostanze misteriose. Lo ha riferito il direttore della commissione per la politica informativa e libertà di parola nei mass-media presso la Camera pubblica della Federazione Russa, Pavel Gusev. Le morti fra i rappresentanti della stampa sono i cosiddetti danni collaterali, e i processi che ne scaturiscono delle perdite di tempo. Gli imputati per l’esecuzione sommaria di Anna Stepanovna Politkovskaja sono stati tutti assolti per insufficienza di prove dal tribunale di Mosca lo scorso 20 febbraio. «Chiunque abbia commesso questo crimine, qualunque sia stato il suo movente, si tratta di un crimine orribilmente crudele. Che, ovviamente, non rimarrà impunito» (Vladimir Putin). Michele Castelvecchi Anna Politkovskaja Proibito Parlare Mondadori € 10,00


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