Salve, mi chiamo Camilla Benini, per chi non ne fosse a conoscenza, sono l’attuale segretario del PD di Capoliveri, presumo quindi di essere presuntuosa ed arrogante, probabilmente nella mia sincerità. Mi arrogo quindi il diritto di rispondere all’articolo di SD a titolo personale (altra risposta non merita); voglio raccontarvi il mio percorso da “dirigente” di un circolo di partito di un piccolo comune. Ho accettato l’incarico l’estate scorsa e ho cominciato a pensare, ovviamente, alle amministrative che si terranno a giugno. Presuntuosamente ho pensato che fosse necessario affrontare questa sfida con la modernità che il nostro tempo ci impone, e di affidarsi a livello locale a tutte quelle persone che possano essere in grado di apportare il proprio contributo per dare uno slancio forte all’economia capoliverese, senza dimenticarsi delle politiche sociali, dell’ambiente e della legalità. Arrogantemente dico che per fare ciò è necessario superare la politica dei partiti e mettersi insieme con la coscienza di voler fare il bene del nostro paese, costruendo una lista civica vera e non l’espressione può meno colorita delle varie espressioni (non siamo a Piombino o in qualche altra grande città dove la necessità del simbolo può superare le reali capacità delle persone). Tenendo fede a questa idea ho fatto un’analisi dell’operato di questa amministrazione: ho visto un grande rispetto della legge e una notevole attenzione verso le politiche sociali, ho pensato quindi fossero la base ideale per costruire la politica che sogno per Capoliveri. Ingenuamente ho creduto che potesse essere una strada condivisibile anche dalle altre forze della sinistra, ma quando ho proposto di intraprendere lo stesso mio percorso mi sono trovata davanti un interlocutore che mi ha fatto intendere che le liste civiche sono una cosa di facciata e che dietro devono starci i partiti con numeri, gruppi e accordi sulle cariche. L’unica proposta sui programmi è stato un non meglio specificato”bilancio partecipato”, nessuna proposta concreta per risolvere le problematiche del paese. Non mi dilungo sulle critiche fatte dagli esponenti di SD sul mio metodo e sul mio operato (forse è stato offensivo). Concludo, sono stata anche troppo prolissa, dicendovi di non essere il burattino, o soldatino, non ricordo bene come sono stata definita, di nessuno: non del Sindaco, ma neanche delle dirigenze dei partiti, a livello elbano o ancor peggio piombinese, e soprattutto non voglio per Capoliveri fatta di numeri, di poltrone, di burattinai e completamente priva di sostanza. Voglio una politica nuova, fatta di persone, delle loro competenze e della loro capacità di dimenticare il proprio interesse personale e che sia invece in grado di rivolgersi a quello generale. Se tutto questo vuol dire essere arrogante, offensiva e addirittura non di sinistra, sono felice di raccogliere in me queste tre qualità.
Camilla Benini