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A Sciambere di Silvio Josiph Džugašvili

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 11 marzo 2009

Stendiamo un pietoso lastrone di granito, anzi una pietosa gettata di cemento sul decreto-betoniera, sulle correlate citazioni francesi (peraltro inesatte) del capocomico che con le lingue se la cava proprio male, parla inglese come una mucca portoghese e quanto all'italiano non ha ancora ben chiara la differenza tra congiuntivo e condizionale (effetto collaterale perverso una maestra unica brianzola?). Fingiamo di non udire gli ululati da rinnovato arrapamento cementizio che si levano da numerose plaghe elbane e occupiamoci dell'ultima uscita: quella del voto riservato ai capigruppo parlamentari che ha fatto inorridire perfino un presidenzialista e decisionista convinto come Fini, che giustamente ha detto recentemente anche di non essere il delfino di Berlusconi (infatti se era cetaceo la multa a Giannutri non gliela facevano). Supercafone delle Bandane I° che considera evidentemente la democrazia al pari della fame nel mondo "un inconveniente", ha comunque specificato che chi all'interno di un gruppo, non fosse d'accordo, potrebbe, chiedendolo, sempre votare contro o bontà sua astenersi. Così si evidenzierebbe in ogni occasione chi non è d'accordo con Sua Maestà. Sarà per le frequentazioni con il suo co-tappo-putin, ex spione del KGB, ma quest'uomo ci ricorda ogni giorno che passa di più gli autocrati della Russia dei Soviet. Se non fosse per la scarsità di pelo sul labbro e sulla crapa ci scapperebbe di chiamarlo Silvio Josiph Džugašvili.


Stalin

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