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Ortelli: Trasporti Marittimi per il Giglio, la chiave è nell'essenzialità

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 11 marzo 2009

Il dibattito sul trasporto marittimo, oggi tormentato per il delicato asset della società Toremar e per l’incertezza sul futuro dei suoi dipendenti, calandoci per un attimo nella realtà isolana, non tiene conto, nelle espressioni politiche di questi giorni, di una importante realtà aziendale dell’Isola del Giglio: la Maregiglio ed i suoi dipendenti. L’asserzione che abbiamo letto sulla stampa di qualche giorno fa e che il Sindaco Brothel ha riferito nel corso della riunione di Porto Santo Stefano, “in mancanza del servizio Toremar l’isola è agli arresti domiciliari” è priva di ogni fondamento e, anche se provocatoria senza prescindere da una scarsa conoscenza della materia, non aiuta certamente la gravosa situazione dei dipendenti Toremar. Così non diamo un contributo alla causa ma la rendiamo ancora più complessa e senza vie di uscita. Fra le righe, ironia della sorte, ritengo veramente inopportuno citare frasi così antipatiche (“arresti domiciliari”) in un contesto comunale come quello di Monte Argentario, recentemente interessato da fatti giudiziari di così rilevante ed impressionante impatto tra i nostri cugini dirimpettai. Più in generale, nel settore dei collegamenti marittimi, ritengo sia compito del Comune di Isola del Giglio la definizione degli indirizzi, il controllo delle regole assunte e l’essenzialità del servizio e, laddove viene rappresentano il servizio pubblico, fare pressioni affinché venga prodotto un piano industriale (pubblico o privato) che vada nella direzione dell’efficienza, della competitività e della qualità del servizio. L’azione politica di riforma del trasporto marittimo dovrà essere svolta a 360 gradi, quindi attraverso la congiunzione con l’operatore privato che agisce senza contributi statali pur risultando indispensabile in certe condizioni (avarie Toremar, traghetto in cantiere, ecc), con lo scopo più generale di trasformare l’insularità in una meno effimera continuità territoriale. Guardando ad esempio la realtà di questi giorni al Giglio: due piccioni con una fava cioè un traghetto che naviga per due compagnie. Non vi pare funzioni degnamente bene? Pur non trattandosi di una soluzione perfetta è comunque un punto di partenza per la definizione ottimale dei collegamenti marittimi e per quelle che chiamiamo economie di scala, spesso invocate inutilmente come equazione costi più bassi uguale servizio efficiente (essenzialità= con il minimo indispensabile ottenere il servizio ottimale). Il rammaricante motivo di questo breve intervento è ovviamente la solita protesta, diventata oramai ripetitiva e ridondante per le numerose volte che l’abbiamo sostenuta, per la scarsità di discussione all’Isola del Giglio di un tema che non è solo dei santostefanesi, preoccupati per il paventato e incombente taglio dell’occupazione, ma principalmente nostro per le particolari condizioni di isolamento a cui ci costringe la nostra caratteristica territoriale. E guardando all’Elba, che spesso il nostro Sindaco prende come punto di riferimento, i dibattiti ed i consigli comunali sul tema ci sono stati eccome, con la partecipazione di maggioranze e minoranze che hanno assunto posizioni precise e forti sull’argomento, peraltro senza pregiudizi ma anche con qualche evidente contrapposizione. Su questo tema tutto tace al Giglio ma mai che ci sia una seria critica di parte.


Nave Maregiglio

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