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Controcopertina: Gli effetti della “pista da bob” di Naregno

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 08 marzo 2009

“Sta ai tecnici, e anche alle associazioni ambientaliste, giudicare se la progettazione relativa a Naregno influisca, se e come, sulla spiaggia di Naregno; sta all’Amministrazione, e a tutti i cittadini, giudicare se e come la vivibilità e, in senso lato, l’economia di Naregno uscirà migliorata dall’intervento proposto” così rispondeva nel 2007 a Legambiente l'allora assessore all'ambiente di Capoliveri, Milena Briano, rigettando seccamente le osservazioni in merito alla “pista da bob” progettata per la messa in sicurezza idraulica del Fosso delle Conce che sfocia sulla spiaggia di Naregno. Legambiente non era affatto convinta della bontà di un progetto permeato di asfalto e cemento, teso a velocizzare le acque in un percorso tortuoso e con forte dislivello; di muri alti qualche metro a separare viabilità e fosso parallelo, né, tantomeno, dell'auspicio che nell'ultimo tratto l'acqua corresse “veloce, senza tentennamenti verso il mare”. (sic!) Il fatto è che alla fine del fosso delle Conce non c'è solo il mare, ma la spiaggia di Naregno, un arenile già in erosione dalla metà degli anni '70, erosione che ha subìto una forte accelerazione nel 1997, quando la spiaggia è arretrata di quasi 4 metri in media, con punte fino ad 8 metri nella parte sud-orientale. I rilievi eseguiti nel 2002 hanno attestato un ulteriore arretramento della spiaggia di altri 3 metri. In sostanza, in meno di 30 anni la superficie dell’arenile si è ridotta di diverse centinaia di metri quadrati, con una repentina e pericolosa accelerazione negli ultimi 8/9 anni. Un’erosione ormai avanzatissima, che ha svuotato gran parte del lato orientale dell’arenile verso Capo Focardo, scavando per oltre un metro e facendo affiorare rocce e sassi. La sabbia più fine, portata dalle correnti dominanti, è migrata verso Capo della Tavola ed il golfo di Porto Azzurro. La “pista da bob” nella parte terminale del fosso ha dato il colpo di grazia alla spiaggia di Naregno, già gravata da interventi sbagliati del passato: la pioggia di questo inverno ha messo a nudo tutte le criticità del progetto e là dove c'era una spiaggia ora compare un lago costiero, separato dal mare solo da una lingua di sabbia e sassi. L'arenile - la risorsa economica che sostiene un turismo con numerose strutture ricettive - sta per collassare, diviso in due: la velocità del fosso, cementato, inscatolato e piastrellato all'interno con lastre di porfido - laddove il progetto originale prevedeva per altro muri in pietra e malta - lo ha tagliato di netto, impedendo nel suo correre “veloce, senza tentennamenti verso il mare” anche il deposito dei sedimenti di ripascimento, con la quasi totale assenza di arenarie alla foce. Tagliata in due anche la viabilità, esattamente come prima, con le strutture ricettive in destra idraulica – il numero maggiore - prigioniere e senza via di fuga con grave rischio in caso di piogge torrenziali, dato che le uniche due strade di ingresso/uscita possono essere raggiunte solo attraversando il fosso. L'occasione della messa in sicurezza del fosso delle Conce poteva tradursi in un autentico recupero ambientale dell'intera area di Naregno, creando una fattibilissima viabilità alternativa a monte, eliminando la strada retrospiaggia che si comporta come un muro respingente per i sedimenti, rinaturalizzando la foce del fosso ed intervenendo con piccole opere di ingegneria naturalistica per eliminare muretti e ostacoli che impediscono l'arrivo dei sedimenti. Si è invece voluto difendere ad ogni costo un progetto secondo noi peggiorativo, oggetto poi di varianti. Si è ignorato anche il ragionevole passo indietro chiesto dalla Regione Toscana che aveva espresso parere negativo sull'opera, dando il via in tutta fretta a lavori che proseguono a rilento e a singhiozzo e con conseguenze per l’ambiente e la vivibilità che sono sotto gli occhi di tutti.


naregno pozze spiaggia pista da bob

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naregno allagamento pista da bob

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naregno

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