Non sappiamo ancora come si concluderà la vicenda della Comunità Exodus all’isola d’Elba. O meglio sappiamo con certezza alcune cose: che la comunità non avrà più la sua sede a Lacona, e quella presenza, ormai storica, dell’azienda agricola cesserà. Non sappiamo invece se la Fondazione Exodus deciderà, in qualche forma e in qualche luogo di mantenere la sede elbana. Non sappiamo se i due animatori della comunità e dell’azienda Marta e Stani, potranno continuare la loro opera e il loro lavoro. Credo questo sia un brutto momento per l’isola. L’Elba, se le cose stanno effettivamente così, perde un progetto e un elaborazione culturale e sociale di altissimo livello e significato. La Fondazione e la comunità elbana di Exodus hanno regalato a questo territorio una parte importante della cultura della solidarietà e del sostegno, hanno aiutato centinaia di giovani ad uscire dalle crisi adolescenziali e dalla schiavitù delle droghe, hanno dimostrato che un altro valore dell’educare, sensibile, pieno di amore, di regole ma anche compassione e di umiltà esiste. Ma, Marta e Stani, soprattutto loro hanno fatto altro. Con me e con altri hanno combattuto le prime battaglie per l’ambiente e per la salvaguardia del nostro territorio, hanno iniziato a parlare di agricoltura sostenibile e dell’avvelenamento introdotto dai pesticidi, abbiamo parlato insieme di una corretta educazione alimentare, hanno portato dentro le nostre scuole progetti concreti di educazione all’ambiente e alla solidarietà. Hanno incontrato, per mare, con la loro barca, altri giovani e altre realtà difficili, scambiandosi le esperienze e regalandosi sorrisi e contatti sui quali lavorare insieme per costruire in mondo migliore. Hanno dimostrato che è possibile lavorare nell’alimentazione proponendo una cucina biologica e vegetariana, coinvolgendo nel loro progetto i ragazzi che condividono con loro l’esperienza. Hanno lavorato con gli enti locali in progetti culturali, dai progetti sull’insularità a quelli sui disabili e il mare. Tutto non si può, in questa sede, dire e raccontare. Ma è anche vero che non sono mai stati amati dalla comunità laconese. Per incomprensioni e approssimazioni, forse reciproche. Ma questo non basta per giungere, come si è fatto, all’emarginazione e all’espulsione, anche da parte degli enti locali. Con la loro opera hanno proposto un nuovo modello per incontrare e conoscere i problemi dei nostri giovani. Una presenza vissuta spesso come scomoda, ma questo può essere concepibile solo all’inizio, poi ci si conosce e ci si capisce e tutto si può dire, fuori che Exodus era per l’Elba una presenza imbarazzante. Errori ne sono stati fatti anche dalla nostra comunità elbana, spesso queste situazioni vengono viste come “ecco arrivano quelli di fòri che si prendono tutto e comandano”, ma questo certo non è il caso di Marta e Stani, dovremmo guardare meglio e più attentamente a quanto sta succedendo sul nostro territorio , forse vedremo qualcosa di più su quelli che si prendono la nostra isola e “che comandano”. La speranza è che le nostre istituzioni e la nostra isola riescano a trovare una soluzione che ci consenta di mantenere la presenza della Fondazione Exodus.
Sgombero Vecchia Trebbia 4