Sulla scorta dell’opuscolo recentemente diffuso dal gruppo d’opinione Paese mio, ci sentiamo in dovere di proporre all’opinione pubblica il nostro punto di vista. L’Amministrazione che guido da quasi cinque anni porta avanti un modello di sviluppo basato sulla valorizzazione dell’identità, dell’ambiente, sulla chiarezza e la legalità degli atti e sul sostegno alla società locale. Puntiamo con determinazione sull’inserimento di infrastrutture materiali e immateriali a servizio della società locale, perché siamo convinti che soltanto una comunità che possa dirsi veramente tale, cioè coesa e solidale, possa reggere l’urto delle profonde trasformazioni economiche e sociali in atto a livello globale. Nel 2004 abbiamo ereditato un paese privo di ogni prospettiva politica di sviluppo, senza progetti né futuro, con un forte debito pubblico e spese fuori controllo. Oggi restituiamo ai capoliveresi un ente comunale in grado di guardare avanti per affrontare le difficili sfide di una stagione internazionale burrascosa. Nella legislatura che sta finendo siamo riusciti a risanare il bilancio comunale, abbiamo così potuto reinvestire risorse economiche significative. Oggi si vedono i primi cantieri. Il nostro territorio sta cambiando. Quando i lavori sono in corso si chiede uno sforzo alla popolazione per i disagi che inevitabilmente le si arrecano, ma non dobbiamo dimenticare l’obbiettivo che stiamo perseguendo, quello di avviare servizi pubblici qui inesistenti, che i capoliveresi meritano e chiedono. Evidentemente parliamo una lingua diversa da Paese mio, che ha diffuso un collage fotografico composto ad arte per vanificare il lavoro che con fatica abbiamo messo in campo. Nel collage, i cantieri comunali, ritratti sotto la luce grigia dei giorni di pioggia, sono accostati a spiagge invase dai detriti dopo una mareggiata invernale e a situazioni irrisolte, che sono piaghe aperte nel territorio e certamente dovranno essere sanate, ma che non si possono imputare a noi. In un solo mandato non siamo riusciti a risolvere tutto, non ci sembra giusto essere accusati anche di questo. Paese mio pare vagheggiare uno sviluppo che ha fatto della rendita fondiaria speculativa e della cementificazione l’ossatura portante di un’economia da paradiso fiscale come Montecarlo. Quanto di più dannoso, a nostro avviso, per lo sviluppo nel nostro territorio insulare. Un paragone, quello con Montecarlo, che mette in luce come alcuni cittadini purtroppo non abbiano ancora capito che la crescita esponenziale è ormai fuori dal tempo, fuori scala, da evitare. Ci manca solo questo per affossare una società indebolita come la nostra. Sollecitati da Paese mio ribadiamo che intendiamo continuare a lavorare per cambiare rotta rispetto ad un modo di operare passato che ha reso per diversi anni, ma di cui ora paghiamo a caro prezzo la miopia. Invitiamo tutti i cittadini a condividere uno sviluppo fondato sulla sostenibilità ambientale, che affonda le proprie radici nella valorizzazione della nostra identità. Il paesaggio è il nostro valore identitario principale, la nostra vera ricchezza. Dobbiamo indirizzare il nostro futuro alle nuove economie basate sulla valorizzazione culturale ed ambientale. I cantieri comunali servono per realizzare una centro comunale, una biblioteca, un centro sanitario, le sedi delle associazioni, parcheggi, marciapiedi, arredi urbani. L’attaccamento a questa terra ci porta a sottolineare l’obbiettivo che vogliamo raggiungere: dotare questo paese di servizi pubblici. Vorremmo intorno a noi tutti gli abitanti di Capoliveri di buona volontà, perché siano protagonisti del proprio futuro.
Capoliveri aerea nuova