Purtroppo oggi non sarò a Lacona dai cari, carissimi amici Marta e Stani, per attestargli tutta la mia stima, e profonda ammirazione dello splendido lavoro compiuto in questi anni. Se non avessi una brutta influenza sarei ancora in tempo a prendere la macchina, correre a Piombino, ad imbarcarmi sulla prima nave (non proprio immediata) ed essere con loro. E’ tanto tempo che non ci sentiamo, ma quello che ho visto con i miei occhi in quel posto che loro hanno reso splendido, non lo potrò mai dimenticare. Voglio solo raccontare una piccola testimonianza, in questo mare di nulla e di aridità che ormai circonda questi nostri tempi. Una delle prime volte che mi recavo all’Exodus conobbi Franchina. Una bambina praticamente, nonostante l’età. E che, di una bambina possiede la dolcezza e l’anima candida. Quel giorno era in fibrillazione totale. Aspettava la figlia di Stani e Marta che arrivava da Milano. Marta mi spiegò che erano molto unite perchè quando la famiglia era arrivati a Lacona, la loro figlia era molto piccola e l’attaccamento tra loro due era stato fortissimo. Inutile dire come fu coinvolgente e toccante l’incontro. Ci sono stati tanti bei momenti che ho vissuto alla comunità Exodus, istruttivi e particolari per gli argomenti che affrontavano, altri commoventi ed emozionanti, ma nessuno come quel momento così intimo e personale a cui ho avuto il privilegio di assistere e che diceva tante cose. Soprattutto come quell’anima così tenera e particolare, avesse trovato una famiglia. Per quello che può servire carissimi Stani e Marta, e tutti quanti i ragazzi fantastici che hanno portato la comunità ad essere quello che è stata fino adesso, mi dispiace tanto. Tantissimo. Non vi siete mai tirati indietro su niente e nessuno. Vedevo le persone chiedere e voi rispondere. Sempre. Senza clamore, ma con semplicità mettendo a disposizione voi stessi e le vostre possibilità. Bastava trascorrere una giornata da voi per ammirare la semplicità del vostro lavoro fatto di tenacia e infinito amore, per poi venirsene via, con la certezza che la vostra vita era semplicemente quella dei ragazzi e delle persone con cui vivevate. Un forte abbraccio.
gina truglio