Alcuni di loro si sono messi i braccioli, altri battevano forte i piedi aggrappati alle tavolette, altri ancora sono scesi semplicemente in acqua e hanno iniziato a nuotare. Gesti scontati per un popolo di marinai, una salata novità per chi il mare è stato soltanto una nenia di racconti lontani, di profughi scacciati dalle rive dell’Atlantico dall’esercito del Marocco. Così i bambini del deserto, per nulla intimoriti dalle brevi onde del vento di ponente, hanno sguazzato a più non posso nell’acqua delle Ghiaie, sotto gli sguardi attentissimi dei loro sorveglianti, degli Assessori Nurra e Bertucci, e del Presidente del Consiglio provinciale Marotti. Con gli occhi a fessura dal sole allo zenith, gli assessori-bagnini controllavano tutto il perimetro di mare dove i ragazzi giocavano beati come tutti i ragazzi del mondo. Qualcuno di loro prendeva fiato sulla battigia, osservando i sassi bianchi, mettendo da parte i vetrini colorati, domandando in arabo-italo-franco-castigliano perché non ci fosse la “terra”, la sabbia. Uno di loro ha contato fino a venti in italiano, un altro ha scattato una foto ai compagni, tenendo con cura lontane dall’obiettivo le mani bagnate. Hanno dai dieci ai quindici anni i bambini del Saharawi, un popolo al quale non viene riconosciuta l'indipendenza per le brame sul deserto da parte del governo del Marocco, ospiti per una settimana dei comuni elbani che a turno organizzano una giornata di svago, tra mare ed altre attività. Martedì è stata la volta di Portoferraio, e dopo l’immancabile “tuffo alle Ghiaie” insieme a Nurra e Bertucci, schemi alla mano, si pensava già alla formazione per la partita di calcio, nel campo degli impianti sportivi della ex Caserma della Finanza, svoltasi alle cinque del pomeriggio, che ha coinvolto anche i ragazzi portoferraiesi. Il pranzo è stato offerto nei locali della scuola di Casa del Duca, dove sono ospiti anche un altro gruppo di ragazzini italiani. Dopo il pranzo, un sonnellino all’aperto, come è loro abitudine, per ritemprare il fisico in vista della partita. Infine cena nella scuola di Carpani, dove è alloggiata una squadra della Protezione Civile, che li porterà un po’ in giro sulle loro Geep. Poi ritorno a Rio nell’Elba, dove pernottano per tutta la settimana, a riposare per una nuova giornata, che porteranno nel deserto attraverso i loro racconti di quella piccola strana terra circondata dal mare.
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