Balene a perdere Dove sono finite le balene e i delfini del Santuario dei Cetacei del Mar Ligure? Greenpeace lancia oggi i dati scandalo sul Santuario: cinquanta per cento di stenelle in meno e balenottere ridotte a un quarto in dieci anni. Un calo vertiginoso che testimonia una condizione drammatica determinata dal traffico incontrollato dei traghetti e inquinamento da batteri fecali. Il Santuario è oggi ridotto a una fogna a cielo aperto senza regole nè controlli. Una delle navi di Greenpeace, l’Arctic Sunrise, nell’agosto 2008 ha navigato per oltre 1.500 km nel Santuario per “contare” i cetacei, prelevare campioni d’acqua e monitorare il traffico marino. La navigazione ha coperto il settore occidentale del Santuario (grosso modo nel triangolo Alghero-Tolone-Genova). Greenpeace chiede che il Santuario venga immediatamente sottoposto ad un regime di reale tutela e gestione e che in esso si crei una grande Riserva Marina d’altura, con divieto di pesca e immissione di sostanze tossiche o pericolose, per proteggere un ecosistema unico, di cui i cetacei sono parte integrante. Chi intendesse consultare l'intero rapporto può farlo (anche scaricandolo) dal sito http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/rapporti/report-integrale-su-santuario.pdf. Fin qui il comunicato ufficiale shock della prestigiosa associazione ambientalista, destinato a lasciare perplessi quanti, in particolare all'Elba, hanno visto moltiplicarsi negli ultimi anni gli avvistamenti dei cetacei di maggiore stazza, fatto che è solo minimamente contraddittorio, spiega legambiente, con le rilevazioni di Greenpeace che, è vero hanno riguardato la metà ad est del "piccolo e trafficato" Santuario ma hanno battuto le aree del Mar Ligure dove comunque giungono le balene in transito nell'arcipelago. "Inoltre - commenta Umberto Mazzantini - se si può ipotizzare che alcuni gruppi di balene abbiano iniziato a preferire il passaggio ad ovest di Sardegna e Corsica nella loro risalita, forse iniziando ad avvertire gli effetti delle aree di salvaguardia già esistenti, ed una minore somma di disturbi, ed una maggiore disponibilità di cibo, ma il problema si mostra in tutta la sua drammatica consistenza con il vertiginoso calo rispetto alle rilevazioni di pochi anni fa, di esemplari delle specie più piccole (come ad esempio le Stenelle) un tempo numerose e diffuse su tutta l'area del Santuario". Come dire che se non si inciderà rapidamente sugli sversamenti a mare e su tutte le fonti di disturbo dei mammiferi marini a cui fa riferimento il dettagliato rapporto di greenpeace più che di Santuario dei Cetacei, si dovrà parlare di Reliquiario dei Cetacei, ed anche l'accordo internazionale che lo sostanzia più che azione di salvaguardia diverrà un atto di fede.
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