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WWF: La Regione Toscana sorda a qualsiasi proposta di caccia più sostenibile

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 17 febbraio 2009

Chiusa la Conferenza Regionale sulla Caccia organizzata dalla Regione Toscana. ‘Molte parole, nessun passo avanti e anzi addirittura alcuni passi indietro (come l’aumento della mobilita’ dei cacciatori e le ipotesi di ampliamento dei periodi di caccia agli ungulati) – dice Guido Scoccianti, Presidente del WWF Toscana – La Regione Toscana non ha nessuna intenzione di muoversi verso una caccia diversa e più sostenibile e rimane ostaggio del mondo venatorio’. Il WWF, che ha presentato nel periodo preparatorio e durante la conferenza una serie di proposte di cui nulla è stato recepito, contesta il documento programmatico della Regione Toscana, assolutamente sordo alle esigenze di una maggiore tutela della fauna e dell’ambiente. Ben poco è stato detto anche sul gravissimo problema della sicurezza. E’ inaccettabile che ogni anno ci troviamo di fronte a decine di morti e feriti (cacciatori e non). Si parla solo di maggiore ‘educazione’ e ‘preparazione’ dei cacciatori, ma limitarsi a questo è ridicolo. Ci vogliono interventi forti e strutturali per ridurre il rischio che oggi corre chiunque si muova all’aria aperta nella nostra Regione. Anche a questo proposito sottolineiamo l’assurdità dell’ipotesi di estendere ulteriormente il periodo di caccia a cinghiale e altri ungulati. Vogliamo mandare la gente a sparare nei nostri campi tutto l’anno? Quanto morti vogliamo avere ancora in Toscana prima di capire che così non si può andare avanti? Lo stesso problema dei danni alle colture agricole viene infatti affrontato dalla Regione solo ‘con il fucile’, quando è ben noto che la caccia è stata l’origine del problema cinghiale e ne ha determinato la crescita e il mantenimento con la gestione che ne è stata fatta. Si parli quindi di adeguato supporto alle attività di prevenzione e, laddove necessario, di attività di controllo con le catture e non lo sparo, coinvolgendo direttamente le imprese agricole, nella moderna ottica di un’impresa agricola multifunzionale. Questo è l’unico modo per dare risposte anche al mondo agricolo e non prendere in giro gli agricoltori con vuoti spot promozionali della caccia. Nel non aderire al Documento programmatico della Regione, il WWF chiede che si faccia ben altro e indica 10 azioni concrete per cominciare a cambiare la caccia in qualcosa di più compatibile con la conservazione della nostra fauna selvatica: 1) applicazione integrale e reale delle normative comunitarie Uccelli e Habitat (oggi in gran parte disattese) 2) tutela efficace delle rotte di migrazione con più adeguata individuazione delle aree di tutela sul loro percorso (valichi montane, zone umide, coste, ecc.), attualmente non sufficienti e da riconsiderare 3) misure speciali di tutela per le specie che, pur se ancora inserite fra quelle cacciabili, presentano trend di popolazione negativi e in particolare per l'avifauna migratoria (che in prospettiva dovrebbe in realtà essere del tutto e integralmente tutelata) 4) abolizione dell'uso dei richiami vivi (usanza crudele per gli uccelli detenuti e di grave impatto sull'avifauna migratoria) 5) attivazione di adeguati studi e monitoraggi dello status delle popolazioni e taratura dei limiti di prelievo su base scientifica 6) applicazione alla caccia di strette norme sulla sicurezza, per ridurre quella che è la pericolosità dell'attività venatoria per i cacciatori stessi e per gli altri cittadini (come evidenziato dai numerosissimi incidenti) 7) abolizione della apertura anticipata della stagione 8) caccia possibile solo in 3 giorni a settimana fissi per tutti e non 3 giorni a scelta su 5 (in modo da dare maggiori periodi di riposo alla fauna e favorire il controllo) e specializzazione dei cacciatori con la possibilità di esercitare solo e soltanto una tipologia specifica di caccia 9) drastica riduzione delle possibilità di mobilità fra i diversi ATC per andare verso un vero legame cacciatore-territorio, oggi inesistente 10) definizione di strumenti idonei per la gestione delle specie selvatiche c.d. problematiche, con particolare riferimento ad alcuni ungulati, nel rispetto delle norme contenute nelle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE, al fine di rafforzare le specifiche misure di prevenzione dei danni. Il WWF aspetta risposte, come aspettano risposte anche i tanti, tantissimi cittadini che cacciatori non sono e, nello stesso tempo, anche quei cacciatori più consapevoli che sanno bene che la caccia non può continuare ad essere gestita così.


cacciatore

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