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Fabrizio De André & PFM. EVAPORATI IN UNA NUVOLA ROCK

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 15 febbraio 2009

Fabrizio De André & PFM EVAPORATI IN UNA NUVOLA ROCK Il diario ufficiale della leggendaria tournée A cura di Guido Harari e Franz Di Cioccio « Alla fine della giornata la mia proposta di accamparci insieme, lui, il grande capo Coda di lupo, e noi, la masnada di guerrieri che si aggirano per le praterie del rock, pare proprio plausibile. Faber è sempre meno spaventato e sempre più incuriosito dall’ imprevedibile avventura… attratto dall’idea romantica di fare una cosa mai tentata prima ». Così Franz di Cioccio ricorda l’incontro, nell’estate del 1978, fra la PFM e Fabrizio De André, da cui scaturirà uno degli eventi musicali che hanno cambiato la storia della musica in Italia, ed inciso profondamente nella vita e nelle carriere dei personaggi coinvolti. De André ammise coraggiosamente di avere ritrovato, grazie a quell’alchimia, motivazioni insperate e stimoli nuovi per rimettersi a creare, e che da allora preferì suonare il suo repertorio riarrangiato dalla band di Di Cioccio e Mussida, i quali oggi, a distanza di trent’anni confessano come « sia impossibile non suonare le canzoni di Fabrizio. “PFM canta De André” sarà sempre uno degli spettacoli più richiesti, per il merito di riunire più generazioni in destinazione ostinata e felice fra rock e poesia ». Ma una tournée non è solo musica su un palco, ci sono i camerini, i viaggi, i contrasti accesi dopo le contestazioni, la bottiglia di De André sempre a portata di mano senza ipocrisie e le sigarette accese o accumulate nei portacenere a raccontare tensioni emotive e condivisioni melodiche. Il tutto narrato da oltre cento foto, la maggior parte in formato 30x50 a doppia pagina, spesso a colori ma molte in bianco e nero. Un vero e proprio diario di un evento unico, accompagnato dalle testimonianze di chi ne ha fatto parte, Mussida, Premoli, Di Cioccio, Fabbri, Djivas, Colombo, Dori Grezzi e Cristiano De André, il tour manager Lazzaroni e i fotografi Bastoni e Harari. « De André che dorme per terra contro un termosifone? In Italia non si era mai visto nulla del genere. Chi l’avrebbe immaginato che da poeta di parole Fabrizio potesse trasformarsi in poeta di strada?... Oggi sarebbe impossibile fotografare degli artisti così disarmati e così vivi, ma qui siamo nel 1978. In queste fotografie nessuno è in posa, pur sapendo di essere fotografato. Nessuno se ne è preoccupato ». Facce tese e concentrate prima del concerto, assonnate e sudate dopo; primi piani intensi alla ricerca della massima sintonia con il resto della band durante le esibizioni ma rilassati mentre si accordano gli strumenti; il racconto si srotola come i fotogrammi di una pellicola che prende vita sfogliando le pagine. E non ci sono didascalie a spiegare, ma solo frammenti di ricordi, sensazioni legate all’attimo fermato ma anche a tutto quello che accadde. Pochi commenti tecnici da musicisti, molti aneddoti e episodi curiosi, impressioni personali e emozioni condivise, filtrate dal tempo ma inalterate nella loro intensità e dalla consapevolezza dell’unicità e dalla grandezza dell’esperienza vissuta da un gruppo di appassionati di musica e di poesia. « Quando Fabrizio ti portava per mano “dentro” una sua canzone, come ad esempio Amico fragile, era un’esperienza pazzesca…erano puzzle perfetti nella geometria, nell’intenzione e nella composizione. Peccato non avere registrato queste nostre chiacchierate. Sarebbero oggi il documento più prezioso sull’artista De Andrè, quello che nessun critico o letterato potrà mai scrivere ». E poi c’è il pubblico così vicino, appoggiato al palco come a dialogare con i musicisti, maglioni a rombi e sciarpe a quadri, giacche di loden e enormi occhiali in cui si rimbalzano i riflettori. Un pubblico del 1978, un pubblico di giovani che accompagna cantando perché forse ha solo voglia di musica, con gli occhi chiusi o le braccia alzate al cielo, qualcuno oggi si riconoscerà in quegli scatti, ma potrebbe non avere tutta questa importanza. Forse il giusto commento è quello di Franz di Cioccio: « Questa foto ritrae un pubblico tipo. In mezzo ci sono: a) I gruppi extraparlamentari che vengono ai concerti perché nei dischi dell’artista ci sono temi politici da verificare. b) Quelli venuti per dire: Mi sta sui coglioni la PFM oppure Cosa c’entra De André con la PFM?. c) Quelli che invece devono sorbirsi De André per ascoltare la PFM. Il lettore provi a identificare queste tipologie ». E magari a sfogliare il libro riascoltando il disco di quella tournée di trenta anni fa. Michele Castelvecchi Fabrizio De André & PFM EVAPORATI IN UNA NUVOLA ROCK Il diario ufficiale della leggendaria tournée Ed. Chiarelettere € 37,00


copertina de andrè

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