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A Sciambere dei radicali e dei carciofi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 13 febbraio 2009

Leggendo l'articolo del mio amico Cesare questa volta non trovo altro che dire una sola parola: Bravo Cesare. Le nostre discussioni sulla laicità e sul cattolicesimo le abbiamo affrontate mille volte e sotto mille aspetti senza mai arrivare ad un punto che ci unisse,questa volta però ti dico ancora una volta Bravo, anche perchè ho avuto la fortuna di conoscere tuo padre e posso dire che quelle parole dette da lui sono la migliore risposta a tutti quelli che in questi anni ed in questi giorni hanno fatto di Eluana una cosa e non una persona. Daniele Marmeggi Condivido quello che hai scritto Daniele in particolare il disgusto per l'agghiacciante reificazione di un dramma umano, per gli insulti tra il criminale e il cialtrone riservati a quella dignitosa, esemplare famiglia. Ai margini di questa dolorosa storia mi viene da ragionare su una antica avversione che nutrivo per i radicali, sull'identità di pensiero che mi ritrovai ad avere con Ferrara (Maurizio eh! lo zio di Ciccio Bomba, non scherziamo) che sotto lo pseudonimo di Anonimo Romano, dopo la vittoria al referendum sul divorzio (che speriamo il divorziato Cavaliere non vorrà inficiare) scrisse: "Ce tocca vince' puro pe 'sti stronzi!" Accoppiavo sempre la figura dei radicali a quella dei carciofi, ortaggio per altri non privo di virtù ma che per una misteriosa ragione non sono mai riuscito a digerire, al punto da provare nausea solo a vederli. Ad osservare le posizioni assunte negli ultimi tempi e su questa vicenda da Francesco Cicoria Rutelli, impegnato a far flanella con il Vaticano, da Capezzone e da Quagliarello, tutti provenienti da quella chiesa (con buona pace di Emma Bonino avendo ogni regola la sua eccezione) mi viene da pensare che sono come i cocomeri di Faenza, non ne fallisce uno. Avevo ragione ad essere radicalmente anti-radicale.


carciofi

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