Con i chiari di luna in arrivo, 4 miliardi di euro servirebbero in tasca agli italiani. Purtroppo questa cifra è il maggior costo che noi contribuenti pagheremo per il “salvataggio” dell’Alitalia. I conti del disastro li ha pubblicati l’economista Tito Boeri poche settimane orsono. Siamo a questo punto perché nella “lontana” primavera del 2008 Silvio Berlusconi, all’epoca leader dell’opposizione, mise in fuga Air-france-Klm che era pronta ad acquisire Alitalia al prezzo concordato con il Governo Prodi di 1,5 miliardi di euro, debiti compresi. Per suo interesse personale ed elettorale, Berlusconi tuonò: “Non possiamo assolutamente accettare che Alitalia sia vendita ad Air France”. Tornato al governo, egli racimolò a fatica la CAI, una sedicente cordata di “Capitani coraggiosi”, che ha poi comprato la polpa di Alitalia e ha preso in carico l’altra compagnia aerea italiana semi-fallita: Air One. Priva di esperienze nella gestione dei voli, Cai ha cercato, nella totale disperazione, un partner: di nuovo Air France-Klm! In realtà ci troviamo di fronte ad una delle più clamorose sconfitte e svendite senza precedenti della quale i francesi ringraziano. Nell’editoriale di Francois Vidal per Les Echos, dal titolo ”Merci Silvio” si legge chiaramente come sia stato Jean-Cyrill Spinetta, presidente di Air France-Klm il vero vincitore dell’acquisto del 25% di Alitalia, poiché la sua compagnia si è assicurata il quinto mercato aereo europeo con 24 milioni di passeggeri senza spendere gli 1,5 miliardi, grazie a Berlusconi, che gli erano stati chiesti nel marzo 2008. Il nostro Premier ha fatto in modo che Air France potesse acquisire una società depurata dai debiti al prezzo di € 320 milioni, con il diritto di prelazione sul restante 75%, passati 4 anni. Su di noi cittadini sono stati scaricati i debiti di Alitalia e molti altri costi dell’operazione. Ma non ha fatto tutta da sola; una grossa mano gliel’hanno data i sindacati di categoria, i quali, rispetto all’offerta iniziale francese di 5.500 esuberi ora perdono oltre 7.000 posti di lavoro. Un altro buon aiuto gliel’ha fornito la Lega, in difesa dell’aeroporto di Milano-Malpensa, già abbandonato dalla nuova Alitalia e destinato a chiudere al traffico internazionale con l’ingresso di Air-France-Klm. La soluzione Air France 2009 lascia i nostri aerei a condizioni notevolmente più onerose per noi di quelle offerte dai francesi nel marzo del 2008 e il nuovo vettore di fatto assumerà meno lavoratori, lasciando a noi contribuenti circa 7000 cassa integrati per 7 anni!! Ma un altro vincitore sulla vicenda esiste: si chiama Fantozzi Augusto, commissario alla Bad Company, il quale per tale operazione di svendita percepirà un corrispettivo economico pari a 15 milioni di euro! Ultimi degli ultimi i circa 40.000 azionisti dell’Alitalia ( tra di loro molti ex dipendenti ) che a fine gennaio hanno saputo che le azioni in loro possesso non saranno convertite dalla CAI e possono considerare quei titoli carta straccia. Dopo una pensata come quella di Berlusconi, un manager privato verrebbe licenziato in tronco e sarebbe chiamato dagli azionisti a risarcire i danni; invece l’agiografia di governo spaccia il “salvataggio” dell’Alitalia come un miracolo imprenditoriale del Capo. Di simili prodigi l’Italia non ha proprio bisogno.
silvio berlusconi