Durante l’assemblea dei marittimi sulla M/n Oglasa di giovedì scorso è stato “invocato” da tutti gli intervenuti il così detto “spacchettamento” delle Società regionali. In altre parole si vuole che il Governo non proceda alla vendita in blocco della Soc.Tirrenia e delle Società ad essa collegate. Nessuno ha però ricordato che il Decreto legge n°112 del 26/giugno/2008, convertito con la legge n°133 del 6 agosto, prevedeva il trasferimento, a titolo gratuito, della intera partecipazione azionaria detenuta dalla Tirrenia nelle Società regionali alle rispettive Regioni. Bastava che queste ne avessero fatto richiesta entro 4 mesi dalla entrata in vigore del decreto. Ma nessuna Regione si è attivata, compresa la nostra. Ora si chiede invece che il Governo faccia di nuovo “lo spezzatino” dopo che, constatata l’inerzia delle Regioni, con il decreto-legge anticrisi n°185 del 29 novembre scorso, quella previsione del D.L. n°112 è stata cancellata. Il rifiuto di accettare il trasferimento gratuito della proprietà viene motivato con la mancata garanzia da parte del Governo di concedere adeguate risorse finanziarie. In realtà il decreto-legge n°112, nel disporre il passaggio alle Regioni delle funzioni e dei compiti di programmazione e di amministrazione dei servizi di trasporto marittimo locale, non esclude “la compartecipazione dello Stato alla spesa sostenuta dalle Regioni “ e la ripartizione dei trasferimenti statali “nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente”. Vale a dire nei limiti delle risorse che annualmente, o per un certo numero di anni, vengono iscritte nei bilanci dello Stato da qualche legge finanziaria così come è sempre successo da quando sono state costituite le Compagnie regionali, dal 1976 ad oggi. Forse sarebbe stato più opportuno intanto subentrare, gratuitamente, nella proprietà della Toremar e poi attivarsi per avere dallo Stato sufficiente sostegno finanziario. Un sindacalista ha fatto presente che la nostra Compagnia potrà contare su un contributo statale di 11 milioni di euro contro i 16 richiesti. Ammesso ma non concesso che la previsione di un disavanzo di 16 milioni sia giusta e che non possa essere invece rivista al ribasso con una più incisiva presenza della Società nel mercato turistico, alla nostra Regione sarebbe stato proprio impossibile trovare i 5 milioni di differenza? Il rappresentante della Regione Dr.Nicosia, un Dirigente del Dipartimento trasporti (nessun rappresentante “politico” era presente, né di maggioranza, come sarebbe stato quanto mai doveroso né di minoranza) ci ha dato notizia che la Regione iscrive nel proprio bilancio circa 100 milioni di euro per sostenere il trasporto pubblico in continente ( ferroviario e su gomma). Se a quei 100 milioni fosse necessario aggiungerne 5 sarebbe chiedere troppo? La realtà è che la Regione non ha mai prestato particolare attenzione al trasporto marittimo. A differenza delle altre Regioni ( Sicilia, Sardegna e Campania) che da anni hanno provveduto ad integrare e migliorare i collegamenti con le loro isole con interventi finanziari anche consistenti. A Firenze evidentemente hanno difficoltà a comprendere che chi vive nelle isole può esercitare il proprio diritto alla mobilità ( costituzionalmente garantito) solo con i vettori marittimi. Non ha alternative. Chi vive invece in continente se il treno non funziona, se l’autobus non c’è, può alla fine utilizzare, per soddisfare esigenze personali, familiari o di lavoro, in qualunque momento, il proprio automezzo. Il Consigliere provinciale Mario Martorella ha chiesto come mai nessuno sa con precisione quale sia la reale situazione finanziaria della Toremar e che cosa succederà se il Governo dovesse accogliere lo “spacchettamento” e adeguare gli stanziamenti. Strano che la Regione non sappia quale è “lo stato di salute” della Toremar. Dovrebbe invece conoscerlo perfettamente visto che da quando questa Società esiste, dal 1° gennaio 1976, ha sempre avuto, per legge, un suo rappresentante nel Consiglio di amministrazione. Alla seconda domanda poi non è difficile rispondere .L’Assessore Conti ci ha sempre fatto sapere (e in questo bisogna riconoscergli la massima coerenza) che la Regione non intende fare l’armatore e che quindi si limiterà ad indire una gara d’appalto per l’affidamento dei servizi ad un Soggetto privato. Gli Amministratori dell’Arcipelago pontino, come quelli delle isole Eolie, chiedono da tempo alle loro Regioni ( Lazio e Sicilia) di avere un ruolo più attivo nel settore dei trasporti marittimi e di promuovere la costituzione di Società che vedano la presenza della Regione e delle istituzioni locali. Hanno anche chiesto al Governo il blocco della privatizzazione. E’ difficile non essere d’accordo! Sarebbe improponibile, oltre che irresponsabile eliminare la presenza pubblica in servizi di importanza strategica per la società, come la sanità o l’istruzione, ma altrettanto si può dire di una eventuale eliminazione di gestioni pubbliche nei servizi marittimi per le isole minori che sono, per chi vi abita, di importanza altrettanto strategica, anzi vitale. La “Dichiarazione sulle regioni insulari” allegata all’art.158 del Trattato di Amsterdam dell’Unione europea sembra offrire la possibilità di una deroga alla privatizzazione laddove è scritto che “ un obbligo di servizio pubblico può essere imposto per garantire servizi regolari verso porti che collegano regioni periferiche della Comunità o rotte poco servite e considerate vitali per lo sviluppo economico delle regioni interessate”. Se questa deroga non dovesse essere accolta dall’Unione si chieda al Governo di prevedere di nuovo il trasferimento gratuito della partecipazione azionaria della Tirrenia nelle Società regionali, si cerchi di ottenere tutte le garanzie possibili e immaginabili sul piano finanziario e si faccia pure una gara, ma per scegliere un Soggetto privato disposto a partecipare alla gestione di una Società mista dove la Regione, le Province e i Comuni ed altri Soggetti pubblici e privati abbiano effettiva voce in capitolo. Ma questo la Regione potrà farlo solo se diventa, non armatrice, ma proprietaria del pacchetto azionario della Soc. Toremar. Un’ultima annotazione. Totalmente assente alla assemblea la voce delle Associazioni economiche. In particolare quella degli albergatori che forse farebbero bene ad abbandonare la chimera della terza Compagnia.
Oglasa in uscita torre passanante toremar