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A Sciambere della processione votiva

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 01 febbraio 2009

Carissimo elbareport, anche se sott'acqua i rumori e gli strepiti giungono attutiti, qualcosa arriva e, pur fra i gargarismi del mare piatto o nelle baruffe delle libecciate mi sembra di sentir discutere non più come di una chimera, di questo benedetto comune unico. Vorrà mica dire che invece di pupparci le liti da cortile fra chi era di sinistraestremamadicentro e ora si trova di destramediaset e quandosaràiltempotorneràindietro, in ogni caso convinto della imprescindibile necessità di trasformare lo scoglio di ferro e granito in uno scoglio di mattoni e cementoarmato e il mare che lo circonda adibito a parcheggio di vetroresina in esubero, ci pupperemo una battaglia politica fondata davvero sul futuro della nostra vita? Vorrà mica dire che invece che considerare il nostro ben essere qualificato soltanto dagli zeri del conto in banca o dai mattoni posseduti (ho l'impressione che i mattoni siano l'equivalente delle conchiglie nelle società primitive: più mattoni=più importanza) stiamo timidamente cominciando a immaginare che la nostra comunità si possa trasformare da una arena di gladiatori da operetta in un campo di gioco dove tutti possono, volendo, partecipare? Vorrà mica dire che stiamo rendendoci conto che siamo tutti (o quasi) sullo stesso scoglio, ma che sullo scoglio c'è chi sta bene, chi sta benino e anche chi sta maluccio o male e che, visto che i tempi si fanno duri soprattutto per gli ultimi (i maluccio o male) forse è meglio ricominciare a lavorare, come dicono gli economisti piagnoni, sui fondamentali? (vedi trasporti, welfare, ambiente, turismo, agricoltura). La trippa è poca e c'è chi ne mangia troppa (e sta male) e chi ne mangia troppo poca (e sta peggio). Se è così porto un cero alla Madonna del Monte, pur non avendo particolari simpatie per i concessionari terreni dell'aldilà, ma siccome per noi cozze la vità finisce spesso appadellata mi permetto di chiedere al gentile Dr Fratini, e a quanti altri credono, pensano, suppongono o appena dubitano che la strada della semplificazione amministrativa sia la via maestra per cominciare ad affrontare i problemi con qualche possibilità di risoverli, di spolverare quell'ipotesi fatta a novembre di un comitato promotore che si impegni sul fronte della raccolta delle firme necessarie a effettuare il referendum sul comune unico. A coloro che non ci credono mi permetto di ricordare che nel caso di un referendum vince la maggioranza. Se la maggioranza non lo vuole dovrà semplicemente votare contro. Alla fin fine si tratta di semplice, basica, elementare democrazia. Il mitile ignoto P.S. Al Sindaco Peria vorrei invece ricordare che i mitili bagnaiesi rimangono in paziente ma spero non infinita attesa. (vedi Elbareport del 7.9.08) Sembrerebbe proprio di sì stimastissima cozza, anche se il condizionale è d'obbligo avendo nella mia terrena esistenza assistito al rimangiarsi da parte dei politici di quantità di robe che un comune mortale non avrebbe digerito neppure assumendo tanto bicarbonato da spettinare a suon di rutti il vicinato. Sembrerebbe di sì che stavolta si faccia sul serio, ad ogni modo apprezzando la sua offerta votiva appena si costituirà un (serio) comitato per l'indizione dei referendum sul comune unico mi dichiaro disponibile ad accompagnarla nell'ascesa verso il santuario della Madonna del Monte trascinandomi dietro a rimorchio Giovanni Fratini (e nipoti incorporati) e quant'altri vorranno. Lo farò con gioia, offrendomi pure come cerifero, aprendo il cammino della spero nutrita schiera, e se mi farà difetto la frequentazione della ecclesia e la conoscenza del salmodiare supplirò intonando con voce nasale sull'aria della "Mater dolorosa": "C'era un frate di certosa - con la fava lacrimosa" le cui rime conosco meglio. Lassù qualcuno, consentendoci di ragionare di comune unico, mostrerà di amarci lo stesso.


Madonna del Monte quadrotta

Madonna del Monte quadrotta