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I riformisti non sono solo nel PD

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 28 gennaio 2009

L’Isola d’Elba ha bisogno che sventolino le belle bandiere riformiste dov’è scritto: legge quadro per le isole minori, governo unitario del comprensorio e dell’uso del territorio, difesa delle autonomie e dei poteri locali, ambientalismo del fare, continuità territoriale, raccolta differenziata dei rifiuti e altri apprezzabili obiettivi. Lo chiedono i cittadini, le imprese, le associazioni economiche e sociali. Ne hanno bisogno gli enti dell’isola. Le elezioni di giugno sono un’occasione eccezionale, è l’opportunità per rinnovare la classe dirigente, occorre dare spazio alle giovani generazioni. Le liste civiche progressiste devono presentare programmi realistici, realizzabili, chiari e netti. Deve vincere la politica del “fare quello che abbiamo detto di fare”. Per questa ragione bisogna andare avanti senza ammucchiate “contro l’altro” che producono solo idee contraddittore e candidati raccogliticci, senza demagogia e populismo, senza ideologismi e dogmatismi. L’obiettivo è quello di unire i riformisti che non si trovano solo nel Partito Democratico, ma nella parte viva, produttiva e attiva dell’Elba. Bisogna uscire “dalle stanze”, vale a dire camminare fra la gente, muoversi negli otto circoli elbani del Partito Democratico con i loro 1.646 costituenti di quel magnifico 14 ottobre 2007, ma non solo, serve coinvolgere le rappresentanze economiche e sociali, della cultura e del volontariato. Mettere a frutto il patrimonio innovativo di cui noi elbani dobbiamo essere fieri.


Lorenzo Marchetti

Lorenzo Marchetti