Una brutta storia terminata con una pesante denuncia di un ventinovenne moldavo è iniziata alle ore 20 di domenica quando M.S. il protagonista principale della vicenda era giunto a casa di una sua conoscente, una ventiquattrenne campese, in compagnia di un amico, con il quale però aveva iniziato immediatamente un litigio sicuramente alimentato dal fatto che il moldavo pareva avere abusato nel consumo di alcol. La ragazza temendo che la situazione degenerasse interveniva offrendosi di prendere l’auto del moldavo e riaccompagnarlo guidandola fino a casa. Ma durante il tragitto il trasportato e solo apparentemente quietato giovane iniziava a rivolgere pesanti attenzioni alla ragazza ponendole le mani addosso, in ogni senso, perché dopo essere stato respinto iniziava a colpirla violentemente. La ragazza che era riuscita a riavvicinarsi a casa dei genitori scendeva tentando di riparare là ma il suo molestatore le si avventava addosso buttandola a terra e continuando a picchiarla finché lei non riusciva a divincolarsi ed a fuggire avvertendo con il cellulare il padre di cosa le stava accadendo. Il genitore di lì a poco intercettava il moldavo ed a quel punto qualcuno chiamava la ragazza avvertendola del violento litigio che era in corso tra i due uomini, ed era lei ad avvertire il 112 dei Carabinieri di quello che stava accadendo. Rapidamente sul posto giungevano due pattuglie dell’Arma, una proveniente da Marina di Campo l’altra da Portoferraio ma M.S. alla vista dei militari li offendeva e si scagliava contro di loro, colpendoli con calci e pugni e provocando loro anche lesioni seppur guaribili in pochi giorni. Una volta bloccato, il giovane moldavo veniva accompagnato all’ospedale di Portoferraio ancora in forte stato di agitazione e, unitamente ai Carabinieri della Stazione di Campo nell’Elba feriti nel tafferuglio, riceveva l’assistenza del caso. Dimesso dalla struttura ospedaliera di Portoferraio, M.S. veniva infine denunciato in stato di arresto per i reati di violenza sessuale, oltre che per violenza, minaccia e resistenza a Pubblico Ufficiale, giustificando la misura pre-cautelare anche per la pericolosità del soggetto, su cui gravano significativi precedenti penali.
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