La biblioteca Marucelliana di Firenze, la Sovrintendenza ai Monumenti di Arezzo, gli archivi di Stato di Lucca e Firenze, l’Istituto Geografico Militare, i fari della Capitaneria di porto di Grosseto, Orbetello e dell’Isola del Giglio, la torre dell’orologio con la chiesetta e le abitazioni dell’Isola della Gorgona: tutti questi e molti altri edifici pubblici fanno parte dei 322 beni demaniali toscani inseriti nell’elenco dei beni potenzialmente alienabili allegato al decreto di costituzione della Patrimonio spa, l’azienda creata dal Governo per sfruttare a fini economici il patrimonio pubblico italiano. Sul loro futuro, in particolare su quello degli edifici e delle aree di maggior pregio, la Regione ha chiesto precise garanzie. La creazione della Patrimonio spa ha suscitato mai sopite polemiche riguardo alla possibilità, innegabile ad un’azienda privata, di affittare o persino vendere i beni in suo possesso. Per questo la Toscana ha voluto procedere ad una dettagliata mappatura dei beni che potrebbero essere trasmessi dallo Stato all’azienda, verificandone l’effettiva funzione, la collocazione e lo stato di conservazione. Il risultato è stato stupefacente: oltre a numerose piccole caserme o stazioni di Polizia e Carabinieri (ben 77 in tutta la Toscana e 29 nella sola provinmcia di Firenze), a depositi militari, uffici delle capitanerie di porto, carceri, depositi, fondi, garage, terreni, residenze ed uffici, nell’elenco figurano anche parchi, palazzi, biblioteche e consistenti parti del patrimonio storico, architettonico e ambientale dell’Arcipelago Toscano. “Dopo aver letto l’elenco dei beni - dice l’assessore regionale alla cultura Mariella Zoppi – ed aver visto che dei veri e propri tesori pubblici, edifici di grande qualità architettonica, bellezza e pregio storico-artistico, potrebbero venire, di fatto, sottoposti all’arbitrio di un’azienda privata, abbiamo ritenuto doveroso pretendere dal Governo almeno una minima garanzia sul loro futuro. Per questo abbiamo chiesto l’applicazione di una notifica necessaria per vincolare i futuri utenti o acquirenti degli edifici di maggior pregio a rispettare determinati parametri. Si tratta di una parte consistente del patrimonio pubblico toscano ed è non soltanto nostro diritto, ma anche nostro dovere cercare di tutelarlo per quanto possiamo da eventuali scempi o speculazioni”. Sono 80 i beni, accuratamente selezionati, per i quali la Regione ha chiesto la notificazione in base alla legge 490 del ’99. Anche la provincia di Livorno è toccata dalle vicende legate alla Patrimonio spa, soprattutto nella parte dell’Arcipelago di sua competenza. Sono compresi nell’elenco dei beni pubblici labronici per i quali è stata chista la notifica l'ex dogana di Livorno, le caserme Russo e Santini della Guardia di Finanza, l'Accademia della Marina militare (con il circolo ufficiali e la zona sportiva), la Caserma d'Amico dei Carabinieri, la stazione dei carabinieri di Castiglioncello e la Capitaneria di Porto e la torre del faro di Vada. Nessun vincolo, inevece, per 5 stazioni dei Carabinieri (precisamente quelle di Campiglia Marittima, Castagneto Carducci, Cecina, Collesalvetti, Rosignano Marittimo), il commissariato di Polizia e la Caserma Villa Ginori, sede del comando regionale logistico a Cecina, alcuni locali della Capitaneria di Porto, della Guardia costiera e dell'Agenzia delle dogane, alcune residenze, le sedi dell'Associazione nazionale paracadutisti d'Italia, dell'Uffico tecnico della Marina militare, la Caserma l'abate della Polizia, l'Anupsa e l'Unisico, il Palazzo del Picchetto, la Caserma Pisacane e il reparto Comando e supporto tattico dei Paracadutisti della Folgore e la Caserma Lustrissimi dell'esercito a Livorno. La Patrimonio dovrebbe inoltre acquisire alcune residenze e il Commissariato di Polizia a Piombino e le sedi della guardia di Finanza e della Polizia di San Vincenzo e Rosignano. La Regione ha scelto di tutelare, tramite la richiesta della notifica, anche molti beni dell'Arcipelago Toscano: vari edifici situati sull’isola di Pianosa, tra cui l'ex albergo, il Cardon, la direzione, le case dell'agronomo, del maresciallo, del direttore e la casa con le torri, la farmacia, la posta, la Caserma Pietro Micca, la case sopra il porto, la casa del tenente, la palazzina di Cala dei Turchi, la centrale termoelettrica, la lavanderia, la Caserma Bombardi, la Barriera, la Piazzetta, Forte Teglia, la Specola, i vecchi alberghi, il mulino, la palazzina di Piazza d'armi e la casa del dottore. Alla Patrimonio spa sono state attribuiti, senza richiesta di notifica, anche l'ex deposito di combustibile per elicotteri, gli uffici della Forestale, della Pro Loco della Lega navale italiana e l'Ufficio locale marittimo. Sull'isola di Capraia, invece, maggiori tutele sono state richieste per il faro, la casa del direttore, la chiesetta e l'azienda agricola biologica dell'Aghiale, la direzione della casa di lavoro all'aperto, mentre restano senza particolari vincoli alcune residenze. Sulla Gorgona la notifica è stata richiesta per il "semaforo" collocato sulla parte più alta dell'isola, le torri di avvistamento e dell'orologio, la chiesetta, le abitazioni la cantina e la colonia penale con i relativi terreni. Senza nessuna notifica, invece, una residenza inutilizzata. Infine sull’Isola d'Elba i beni cui è stata chiesta maggiore tutela sono il faro di Punta Polveraia e il semaforo di Pinocchia nel comune di Marciana (dove è passato alla Patrimonio anche il rifugio forestale di Campo alle Serre), la casa di pena di Forte San Giacomo nel comune di Porto Azzurro, alcuni magazzini attualmente utilizzati dai Carabinieri, il faro di Capo Stella, il Casamento di Fiandre, e la Fortezza Medicea, l'ex sede del Battaglione della Guardia di Finanza, il deposito di acque della spiaggia dell'Ottone, i depositi militari addossati a un bastione della fortezza medicea (si tratta di immobili di cui è stata chiesta la demolizione), l'ufficio distaccato per gli affari dell'Elba della prefettura di Livorno, i locali della capitaneria di porto, il villaggio residenziale marittimo, le sistemazioni logistiche e la guardia costiera di Albereto nel comune di Portoferraio. E’ necessario precisare che non è stato possibile verificare quali beni della Proivincia di Livorno siano già soggetti a vincolo, è quindi probabile che alcuni degli edifici per cui si richiedono maggiori tutele siano in realtà già stati notificati.
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