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FAITA: Troppi vincoli a mare sarebbero controproducenti

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 01 agosto 2003

Apprendiamo dalla stampa che, in occasione dell’ultima riunione della Comunità del Parco, è stato raggiunto un accordo per l’istituzione dell’area marina protetta dell’Arcipelago. L’accordo ha coinvolto pure la Regione e le Province di Grosseto e Livorno che, in un primo momento, si erano sentite escluse dal progetto. Quello dell’area marina protetta è uno dei due o tre “tormentoni” dell’estate elbana. Qualcuno si è già pronunciato nettamente a favore di questo progetto, mentre qualcuno ha manifestato perplessità. Per quanto ci riguarda, in generale, riteniamo superfluo ribadire di nuovo l’importanza che riveste la tutela ambientale per una località turistico-balneare come la nostra. Siamo anche convinti che il Parco, che ci auguriamo riesca ad approvare in tempi brevi gli strumenti di programmazione territoriale previsti dalla vigente normativa (Piano e Regolamento del Parco e Piano Pluriennale Socio Economico), può davvero diventare il motore per uno sviluppo eco-sostenibile della nostra economia turistica. Nella fattispecie, però, dato che non si conoscono ancora né l’eventuale perimetrazione di quest’area, né, con esattezza, i vincoli che graverebbero su di essa (ci pare però di aver capito che potrebbe essere inibita la navigazione a motore, qualunque fosse la classificazione dell’area, ai sensi dell’art. 19, punto e), L. 394/91) e dato che, comunque, si andrebbe ad intaccare sensibilmente la fruibilità del mare per tutti, residenti e turisti, siamo alquanto perplessi circa l’opportunità di procedere ora alla sua istituzione. Perché quello che stiamo attraversando non è certo uno dei momenti più favorevoli per la nostra industria turistica: stiamo già perdendo, per vari motivi, consistenti fasce di turismo giovanile, compresi i gruppi scolastici (e i giovani di oggi sono anche i potenziali clienti di domani); stiamo perdendo, purtroppo, il turismo di fine settimana (coloro che passavano due o tre giorni all’Elba durante il week end), perché il costo del traghetto incide troppo per chi vuole trascorrere all’Elba solo un paio di notti in campeggio, in appartamento o anche in albergo; quest’anno, purtroppo, abbiamo perso anche molti clienti tedeschi, per la grave crisi economica che, com’è noto, investe la Germania; stiamo perdendo interessanti opportunità di sviluppo offerte dalla nautica da diporto, perché non riusciamo a progettare e costruire porti e approdi turistici decenti (a differenza di quanto accade lungo la costa continentale che ci fronteggia); stiamo perdendo pure le opportunità di crescita che avremmo qualora riuscissimo a dotarci di un vero e proprio aeroporto. In queste condizioni, non riusciamo proprio ad entusiasmarci per la possibilità che vengano posti ulteriori vincoli a mare, andando a colpire soprattutto la fascia di mercato rappresentata dai numerosi possessori di piccole imbarcazioni, specie gommoni (utilizzati per andare alla scoperta di calette e insenature nascoste) e anche quella del “diving” (a tale proposito, sono sorte parecchie scuole, negli ultimi anni, e non pochi sono gli appassionati che vengono all’Elba per praticarlo). Poniamo questi problemi sul tappeto, anche perché è stato affermato, ripetutamente e da parte di tutti, e in varie sedi, che la tutela dell’ambiente deve andare di pari passo con la crescita economica, tanto più in una zona, come la nostra, che non è lo Stelvio, ma una delle più rinomate località, in Europa, per il turismo balneare. A meno che non si ritenga opportuno ridurre ulteriormente i flussi turistici verso l’Elba (con inevitabile declino del reddito e dell’occupazione). Per concludere, e in subordine, se proprio si dovrà andare inevitabilmente verso l’istituzione di un’area marina protetta, ci auguriamo che i comuni, in questo iter che è stato appena concordato, abbiano un ruolo attivo, presentando proposte, che dovrebbero comunque coinvolgere limitate porzioni di mare, e ci auguriamo pure che tutte le zone perimetrate vengano classificate come zone C, che sono quelle in cui i vincoli sono minori.


capo bianco 6 panorama

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