Si è aperta la stagione teatrale ai Vigilanti con “Capodiavolo”, testo di teatro-canzone scritto, diretto, interpretato e cantato da Alessandro Benvenuti. Una stagione che promette molto bene, visto il pienone della serata, l’esaurimento degli abbonamenti per i sette spettacoli e dei biglietti della prima serata e, soprattutto, la qualità delle proposte. Sarà difficile tenere a freno gli aspiranti alla poltrona, o anche allo sgabello, per lo spettacolo di Paolo Rossi o per quello di Marco Paolini, comici raffinati ma conosciutissimi anche dal pubblico televisivo. Benvenuti ha convinto il pubblico della prima più nei suoi racconti e con la sua capacità di affabulatore che con quella di cantante. Bisogna dire che nelle parti musicali dello spettacolo forse più della voce del cantante attiravano l’attenzione il sax, il flauto traverso, i friscaletti, la ciaramella dell’uomo del sud, Vittorio Catalano, le percussioni di Sergio Odori, la chitarra di Antonio Superpippo Gabellino, il basso di Carlo Bigazzi, la batteria di Marzio Del Testa. Fra i testi delle canzoni più toccanti e convincenti rispetto a quelli sui problemi esistenziali o di impegno sono stati quelli che riguardavano la vita familiare dell’autore, la figura del padre, un severo genitore d’altri tempi, difficilmente imitabile da un padre di oggi, le figlie, la loro infanzia e le preoccupazioni nella loro adolescenza, la moglie ed un rapporto d’amore che si protrae e muta nel tempo, argomenti in cui tutti ci riconosciamo. Ma la parte più divertente dello spettacolo, quella che ha strappato anche qualche grassa risata, è stata quella parlata, in cui l’attore ha espresso la sua vis comica, per esempio nel racconto di un ladro Babbo Natale, uno che si traveste da uno di quei Babbi Natale che appendono ai balconi e, dovendo stare immobile nei momenti, a volte molto lunghi, in cui sono presenti in strada delle persone, si trova alle prese con un problema intestinale. Dove invece il pubblico si è commosso e un po’ immalinconito è stato quando Benvenuti ha trovato la sua vena più intima, parlando dei disegni delle sue bambine o dei suoi tentati approcci erotici con la moglie che si addormenta su un libro. Nel complesso uno spettacolo che ha toccato varie corde, gradevole, che ha trovato un pubblico attento e sempre disponibile all’applauso.
alessandro benvenuti