Saranno aperte delle “finestre temporanee” in orari particolarmente sensibili per permettere agli abitanti di Chiessi e Pomonte di non rimanere completamente isolati dal resto del territoro marcianese a causa della frana di Punta del Timone, in prossimità di Punta Nera, che interrompe la strada provinciale. Dopo un sopralluogo dell’assessore provinciale Anna Marrocco insieme ai tecnici della Provincia, è stato fatto il punto della situazione per valutare le procedure più opportune per la messa in sicurezza e il ripristino della viabilità dell’Anello occidentale. Per la zona dell'Ogliera, altro tratto il cui dissesto è stato accelerato dalle recenti precipitazioni, è stato deciso l’intervento più drastico, un nuovo tracciato che passerà più a monte per bypassare il terreno ormai degradato e sbriciolato che si trova sottostrada. A Punta Nera - Punta del Timone sarà invece istituito un senso unico alternato, e in collaborazione con l’Atl, saranno fissati 4 o 5 momenti della giornata durante i quali, sotto stretto controllo di tecnici della Provincia, sarà permessa la circolazione per circa mezz’ora. L’autobus di linea dell’Atl non transiterà dal punto critico. I capolinea rimarranno da una parte Pomonte e dall’altra Patresi. Si pensa perciò ad un minibus messo a disposizione dal Comune per trasportare i passeggeri nel tratto più delicato. La notte la strada rimarrà chiusa. Nessuna complicazione invece per l’eventuale transito di mezzi di soccorso perché la zona di Pomonte è servita dalle ambulanze campesi mentre Patresi da quelle di Marciana. I tecnici della Provincia prevedono di poter realizzare questa soluzione entro l’inizio della prossima settimana. Il responsabile dell’ufficio difesa suolo della Provincia, Enrico Bartoletti, il responsabile del distretto stradale dell’Elba, Nicola Gherarducci, e Nicola Casagli del dipartimento di scienze della terra dell'università di Firenze hanno parlato di fenomeno assolutamente naturale. “Il granito - ha spiegato Casagli – è soggetto ad un processo di “sfaldatura a cipolla”, gli strati sovrapposti tendono a scivolare lungo il pendio. Inoltre la presenza del granito ha dato vita a rocce metamorfosate, cioè “cotte”, che tendono più facilmente a decomporsi”.
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