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A Sciambere dei pubblici lavoratori e dei pubblici boccaloni

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 18 dicembre 2008

Le piogge e le mareggiate di questi giorni hanno nuovamente creato dissesti ed emergenze da Cavo a Pomonte, evidenziando ulteriormente la fragilità del territorio, l’esigenze di un uso e gestione sempre più rispettosa delle sue caratteristiche e limiti naturali, nonchè il lavoro ed l’abnegazione di tante persone della Protezione Civile, Enti Locali e forze dell’Ordine. Desidero peraltro ringraziare pubblicamente il Dott. Nicola Gherarducci ed i suoi collaboratori, che anche in queste circostanze con competenza e tempestività sono intervenuti, nonostante le ristrettezze di uomini e mezzi messi a loro disposizione, per garantire la viabilità nell’intera Isola. Durante la notte la segnaletica messa a salvaguardia delle persone lungo la viabilità dell’ anello occidentale è stata rimossa e volata in mare. E’ un gesto di rara stupidità e barbarie. Sono certo che carabinieri e magistratura interverranno in modo adeguato. Giuseppe Tanelli Caro Beppe Mi fa particolarmente piacere che in questa occasione tu di sia ricordato di Nicola e dei miei (per pensionamento) ex compagni di lavoro del distretto stradale della Provincia. Vedi Beppe ho trascorso quasi 40 anni nella pubblica amministrazione, avendo la fortuna di cambiare spesso settore, ruolo e perfino ente, conoscendo una quantità notevole di operai, funzionari, esecutori ed amministratori. Tanti quanti bastavano a farmi un’idea compiuta dell’umanità impegnata per una vita o pro-tempore come “incaricato di pubblico servizio”. Tra queste persone Nicola Gherarducci, geometra che si era fatto le ossa nel settore privato, geologo laureatosi come studente-lavoratore, è una delle persone più positive che abbia avuto la fortuna di conoscere, uno che ha dedicato al patrimonio pubblico la stessa attenzione che la maggior parte delle persone riserva unicamente alle proprietà di famiglia, con una ostinata intelligenza, con un instancabile “senso della collettività”. “Fumino” come in fondo sarebbe l’ho visto e/o sentito tantissime volte (talvolta in compagnia dei suoi colleghi-dipendenti) sopportare, fare da parafulmine, deviando scariche che avrebbero dovuto beccare teste ben più alte e più vuote, o ricevere (anche recentemente) gratuiti insulti da boccaloni pieni di sé che, per dirla col mi’ povero babbo (Tardò), “sanno un cazzo quanto pesa una paiolata di cimento”, o lezioni di resistenza alle intemperie da chi sta sempre col culo al caldo, piova, nevichi o tiri vento. Anche stavolta i ragazzi (qualcuno mica tanto ragazzo) della Provincia, insieme a chi li ha concretamente aiutati, hanno tenuto e stanno tenendo botta, ed hai ragione, vanno ringraziati, Nicola in testa. Quanto a quei penecefali extra-large che si dedicano all’arte del lancio del segnale in mare, che dire? Che certe volte (sarà l’età) mi ritrovo a vagheggiare i mezzi correttivi assai meno garantisti di un tempo, nel quale magari era meno facile beccarsi una denuncia all’autorità giudiziaria, ma a fare similari favate, pure perché la collettività stessa esercitava un livello più alto di controllo, si correvano più alti rischi di cadere in un cespuglio di calci e pattoni. Ti saluto


Nicola Gherarducci

Nicola Gherarducci