Torna indietro

"Caro Presidente": Il Sindaco di Rio nell'Elba scrive a Ciampi

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 30 luglio 2003

Carissimo Presidente, ho deciso di rivolgermi a Lei per esprimerLe le mie preoccupazioni, forti e condivise da molti miei colleghi, riguardo alle sorti di un finanziamento di circa 50 milioni di euro destinato alle comunità delle Isole Minori Italiane. Infatti, dopo un primo contributo di 100 miliardi di Lire del 1999, gestito direttamente di concerto tra CIPE, Regioni e Comuni, che è stato destinato per il 30 % ad investimenti pubblici ed il 70 % ad investimenti privati, abbiamo continuato ad impegnarci in una lunga trattativa che ha portato il governo ad inserire nuovamente nella finanziaria 2002 un’ulteriore somma per finanziare opere pubbliche attraverso il Ministero dell’Interno. E’ chiaro come i Comuni delle Isole Minori Italiane siano nella gran parte piccole comunità, che vivono ora solo di turismo nei mesi estivi, ma che garantiscono un livello di servizi dignitoso per le popolazioni, che già sopportano il disagio dell’isolamento dalla terra ferma e l’impossibilità di accedere a tutta una serie di servizi (scolastici, ospedalieri, di assistenza in genere, ma anche ricreativi) che per un cittadino spesso sono considerati scontati. Da Livornese sa bene quali siano per esempio le condizioni di vita in Capraia rispetto a quelle della città dove è nato. Nel corso degli anni, attraverso la spinta dell’ANCI, è nata l’ANCIM , associazione dei comuni delle isole minori : è una piccola associazione che conta solo 36 iscritti, tanti infatti sono le sedi isolane dei comuni, ma che ha fatto sentire la sua voce e ha dimostrato vitalità nel sottoporre al Governo e al Parlamento le problematiche della vita della nostre comunità. Io, Presidente carissimo, sono uno dei 36 sindaci: ho l’onore di guidare un piccolo comune che non arriva a 1000 abitanti all’Isola d’Elba. Con la crisi e poi la chiusura delle miniere, abbiamo perso la nostra prima fonte di reddito, la nostra storia, la nostra capacità lavorativa. Lentamente abbiamo riconvertito tutto e tutti all’economia turistica. Malgrado questo, abbiamo bisogno, come tutti dalle Tremiti a Linosa a Carloforte, di sostegni importanti dal punto di vista finanziario, per mantenere una qualità delle vita dignitosa per i residenti e offrire nel contempo strutture e servizi che rendano appetibili le nostre realtà per i turisti. I Comuni, tranne alcune eccezioni che si contano sulle dita, sono piccoli, con poche risorse finanziarie, con poche possibilità di realizzare importanti investimenti, se non sostenuti in maniera forte. I primi 100 miliardi che abbiamo ottenuto sono serviti a realizzare molti progetti, sia pubblici che privati, che altrimenti sarebbero rimasti nei sogni. Abbiamo, dal 2002, pronti altri sogni, che non trovano però realizzazione: l’indicazione, nell’art. 25 della finanziaria di quell’anno, è molto chiara ma ancora non siamo venuti a capo di nulla e ora nutriamo forti preoccupazioni. I piccoli comuni rappresentano l’Italia, sono i custodi della storia e della nostra memoria, sono il primo baluardo della democrazia. Per questo, Presidente Carissimo, mi affido a Lei, che sempre ha dimostrato sensibilità ed attenzione, perché ci rappresenti e ci dia voce presso tutte le Istituzioni, perché non siamo dimenticati e perché le provvidenze destinate ai piccoli comuni isolani vengano mantenute e destinate in tempi brevi alle nostre istituzioni per dare sollievo e conforto alle nostre comunità. Contando sulla Sua sensibilità e sul Suo proficuo impegno, mi è graditissima l’occasione di porgerLe il mio, seppur modesto, apprezzamento per l’opera che Lei continuamente svolge e il saluto caloroso di tutta la mia Comunità.


schezzini catalina

schezzini catalina