The Day After, l'aria negli uffici della C.M. è quella. E' strano il silenzio che c'è nell'ampio corridoio che normalmente è affollato di gente che viene in Viale Manzoni per parlare con gli amministratori. Qualche assessore (Galletti, Sirabella) fa capolino, più tardi arrivano anche i Carabinieri per continuare il loro lavoro di indagine, ma quasi subito scappano come palle di fucile, accendono le sirene e via è arrivata la notizia della rapina al Cavo. Si ricompone il silenzio. Un intervento dell'autorità giudiziaria sul caso Montecarlo era nella logica delle cose, ma che i Carabinieri picchiassero così duro sulla Comunità Montana non se lo aspettava nessuno e il blitz ha generato un diffuso sconcerto negli ambienti politici elbani. Ma a qualche ora di distanza la politica ricomincia a ragionare su quello che è successo, qualcuno pure a parlare di prospettive. E vediamo cosa dicono tre diversi personaggi, a loro modo tutti protagonisti della vicenda a partire da Mario Dini, il Coordinatore elbano e portoferraiese di Forza Italia a cui tocca il non comodissimo compito di tentare di rimettere insieme una maggioranza ed un partito non compattissimi. Ma Dini ha fiducia: "Abbiamo un incontro stasera per vedere come è possibile gestire questa crisi. A mio giudizio ci sono i presupposti per ricomporla in breve tempo eleggendo un nuovo presidente" Poi Dini torna un passo indietro: "Sono sorpreso di queste accuse ed anche dal modo in cui Febbo ha gestito la vicenda delle sue dimissioni. Attualmente credo stia attraversando un periodo di riflessione. Non appena sarà possibile sono certo che troveremo il modo di chiarire il tutto". Sull'altra sponda di Forza Italia Andrea Sirabella che è di norma un po' guascone nell’esprimere giudizi tranchant è piuttosto cauto: "Sono ovviamente preoccupato per i risvolti negativi che la vicenda può avere temporaneamente nella gestione dell’ordnaria amministrazione dell’Ente. Sono certo che le forze dell’ordine e la magistratura - continua Sirabella - sapranno celermente far luce sui fatti chiarendo le varie posizioni e le eventuali responsabilità". Poi anche lui parla del futuro dell'Ente: "Confido molto nel fatto che la compattezza e la compostezza delle forze di centro-destra per riuscire a traghettare al più presto la Comunità Montana verso una nuova soluzione amministrativa". Accetta di parlare, ed era attesa perchè lo fa dopo essersi espressa per alcuni giorni solo con documenti scritti, Maria Grazia Mazzei, il consigliere D.S. che ha più duramente attaccato Febbo, e che ha sollevato il caso Montecarlo prima dell'intervento delle Forze dell'Ordine. "Non credo ci sia da essere molto felici - esordisce - quando arrivano avvisi di garanzia, che sono comunque una cosa seria. Per quanto mi riguarda non credo di aver fatto niente di eccezionale, ho cercato di svolgere correttamente e puntualmente la funzione che i cittadini elbani mi hanno affidato: quella di consigliere dell’opposizione. Credo che al di là delle formule di maggioranza che gli enti si danno - riprende il consigliere marinese - principi come la legalità e la trasparenza debbano essere punti fermi nel procedere amministrativo. Ma credo anche che in un momento di crisi economica, serietà ed oculatezza nell’uso delle risorse pubbliche siano più indispensabili che mai". Un inizio ponderato ma poi viene fuori il temperamento battagliero della Mazzei che la mette giù dura: "Sotto questo profilo i documenti di cui ho potuto (sia pure con un intollerabile ritardo) prendere visione sono a dire poco scandalosi. Chiarisco - insinte - di non ritenere sbagliate le azioni di vera promozione dell’immagine della nostra isola, ma l’allegra combriccola di Montecarlo, la spedizione guidata da due sottosegretari ed un prefetto, lo sperpero di soldi in cadeaux, in taxi, in lussuosi pranzi ed alloggi offerti a 160 italiani che hanno incontrato una dozzina di ospiti, poteva dirsi promozione? - e la diessina termina ancora attaccando - Ma occorre anche chiarire che Montecarlo non è che l’ultimo capitolo di queste “manifestazioni ricreative”, prima c’è stato Essen, c’è stato BoccaDama, feste e festini che sono costati alle pubbliche casse decine di migliaia di euro" Domani (rapine permettendo) continueranno serrate le indagini e tira una brutta aria, i più scafati tra i cronisti ritengono improbabile l'aria è quella di probabili nuovi avvisi di garanzia soprattuto perchè circolano voci di disinvolti usi delle carte di credito (palestre, saune, vestiario, taxi) e dei 60 cellulari di un ente che ha 40 dipendenti (di cui alcuni non hanno cellulare di servizio). Certo questa inchiesta segna uno spartiacque in C.M. e niente sarà come prima, questo lo si percepisce.
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