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A Sciambere: Scusa, Hak Soo

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 02 dicembre 2008

Si, Sergio hai fatto bene a spendere qualche parola per il povero Hak Soo e così hanno fatto altri e ci provo anch'io, nel tentativo di far crescere la voglia di solidarietà. Anche per me è stato un duro colpo leggere la brutta notizia sul tuo sito ed è nato subito in me un senso di colpa, come uomo e come suo ex insegnante. Perdere la vita, così, a 32 anni, è troppo. E io mi sento un po' colpevole e dovremmo sentirci coinvolti tutti, rei di mandare avanti questo tipo di società, colma di limiti, propri di noi umani. Ricordo questo ragazzo alle medie, nella "famosa" classe terza G. Lui non poteva stare nella situazione scolastica standard, fatta di programmi, orari, apprendimenti. Tentammo strategie alternative. Come lui molti altri casi nella scuola di ieri e di oggi, anche se in quella di ieri non ce la facevano ad arrivare nemmeno alle medie. Ragazzi che hanno altre esigenze, che sono più fragili forse o hanno solo più bisogno di amicizia, di aiuto. Ma non si danno risposte efficaci a queste ardue situazioni. Non ci riesce la scuola, la famiglia, gli enti preposti, la chiesa. Molte volte non ci riesce nessuno. E non ricordo, in oltre trent'anni del mio vivere la scuola, un caso di studente in difficoltà veramente risolto, e purtroppo so anche di giovani ottimi a scuola che poi si sono persi. Quel ragazzo che non va, lo si cura spesso con una bocciatura, per farlo maturare dicono i favorevoli a quel metodo, per dare un segnale di severità e giustizia. Certamente sono in molti a porsi il problema di come incidere nella vita di questi ragazzi. Ma il sistema non va e le differenze esistenziali si acuiscono e nessuno fa una politica seria per i giovani, che anzi sono generalmente ostacolati dal mondo degli adulti. Non si riesce a fare quello che ci suggerisce la Costituzione agli articoli 3 e 4, e intanto 7 milioni di poveri prosperano in Italia e i 2/3 del globo risulta schiacciato dal paesi ricchi. Ci sono tentativi di rispondere ai bisogni, ma raramente si fa centro. Grande il valore di centri di recupero come Exodus e altri. Il mio amico Vizzoni, noto pediatra, ha proposto una legge regionale che stabilisce di seguire, dalla nascita, gli individui e verificare le loro chance di vita e dove si riscontrano problemi la macchina sociale e sanitaria dovrebbe intervenire per risolvere le situazioni a rischio. Molto difficile, ma quella è la strada per tentare di sconfiggere il male sociale della solitudine, un crudo messaggio esaltato dalla poesia di Quasimodo, fatta di tre versi. I nostri 2008 anni di storia ci consegnano un mondo folle, fatto di guerre, ingiustizie sociali, squilibri economici ed esistenziali e via dicendo. L'uomo è proprio incapace di costruire un reale benessere sociale, una incapacità di cui è più responsabile chi detiene il potere e non si muove per cambiare le cose. L'uomo non sa usare la sua intelligenza e di fatto finisce per essere il peggiore degli esseri viventi. E allora si muore per la strada, soli, accompagnati da un grande piccolo cane. Abbiamo, per consolarci, la speranza di un futuro migliore, nonostante tutto. Si dovrebbe tentare di vivere la solidarietà in modo pieno. Come Circolo Pertini, da qualche tempo, proviamo a suscitare l'esigenza di creare un "Comitato di solidarietà cittadino", coinvolgendo tutte le forze sane della nostra città. L'unione dovrebbe far la forza. Proviamoci, non è mai troppo tardi. Ad un Hak Soo difficile, non possiamo che chiedere scusa, in tanti non abbiamo saputo aiutarlo. (s.b) Caro Stefano Voglio ringraziarti per le tue sentite, belle e tristi parole, spero che facciano a tanti l'effetto che hanno fatto a me. Spero che ricordino a tanti che la tolleranza del diverso, la comprensione di chi è sfortunato, l'impegno verso chi soffre una delle tante sofferenze possibili, non si possono delegare agli "addetti ai lavori", ci guardano individualmente nel muso, spero che ricordino che la misericordia ancor prima di un dovere religioso è questione di civiltà e dignità degli individui e delle società.


cielo foto beneforti

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