Il fatto che nella Legge Regionale n° 37 del giugno scorso (riordino delle Comunità Montane ) si dica esplicitamente che “… tutti i Comuni dell’ Isola d’ Elba, di Capraia Isola e di Isola del Giglio possono costituire una comunità di arcipelago” costituisce il riconoscimento evidente della specificità insulare del nostro territorio, anche se la forma prevista dalla LR è quella dell’ Unione di Comuni Speciale. Questa è stata una conquista di tutti coloro, Comunità Montana e categorie economiche in testa, che hanno ribadito questo concetto fin dall’ inizio della discussione . L’ autogoverno della nostra specificità insulare ( che è poi un disagio socio-economico al pari e più della ‘montanità’ ) richiede, oggi come ieri ed in presenza di una frenante divisione amministrativa, l’esistenza di un Ente comprensoriale di programmazione e coesione qual’ è stato in questi anni la Comunità Montana, meglio se con maggiori funzioni di prima. Il processo ( più lungo ) di costituzione del Comune Unico, attraverso una proposta di legge regionale da sottoporre a referendum popolare, va portato avanti parallelamente da chi ci crede, e noi fra questi, senza buttare però il bimbo con l’ acqua sporca. Nove Comuni su dieci, sabato scorso, hanno chiesto alla Regione di riaprire i termini per mantenere nell’ Arcipelago un ente con le risorse necessarie per funzionare. La Regione Toscana, va ricordato, è stata la principale artefice dell’ approvazione al Senato, qualche giorno fa, di un emendamento che garantisce agli enti che subentrano alle disciolte CM, gli stessi finanziamenti di quelle che restano, ancorchè con i tagli stabiliti dalle Finanziarie.. Tutt’ altro atteggiamento quello sostenuto dall’ On. Bosi che, il 13 novembre alla Camera e in contraddizione con se stesso, ha aderito “in linea di principio all’abolizione delle Comunità Montane” astenendosi sulla proposta demagogica -respinta a larga maggioranza – dell’ Italia dei Valori. Il Sindaco di Rio Marina quindi, invece di ammantarsi della veste di difensore dei diritti insulari, legandoli - con una forzatura - esclusivamente alla incerta costituzione della Comunità di Arcipelago ai sensi dell’ art 29 del TUEL, farebbe bene a dare corso a ciò che si era impegnato a fare il 7 novembre durante la Conferenza dei Sindaci e che non ha ancora fatto, vale a dire concordare un incontro con il Ministero competente, per sciogliere – se possibile- il nodo sulla realizzabilità o meno della propria ipotesi . Può anche darsi che il ritardo dipenda dal fatto che al Ministero non sappiano che dire. Essendo in corso la discussione sul Nuovo Codice delle Autonomie e sul Federalismo Fiscale , non hanno forse modo di poter garantire alcunché circa norme che verranno profondamente trasformate , se non sostituite completamente. Prendiamone atto. Invece di dire NO a qualcosa di concreto che potrebbe funzionare, oltre che essere la sola cosa possibile, l’ On Bosi faccia quindi oggi la sua parte col Ministero e , magari, ci dica anche se è d’ accordo di chiedere, domani, ai cittadini elbani cosa ne pensano del Comune Unico e delle enormi risorse che questa scelta libererebbe, risorse particolarmente utili a superare momenti neri come quelli che si stanno attraversando L’ Elba e l’ Arcipelago hanno bisogno di mettere in campo , subito, azioni di contrasto alla crisi e di una maggiore coesione, a cominciare da quella istituzionale.
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