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A sciambere: latinismi bollati (e stiacciati)

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 23 novembre 2002

“Ahi ahi ahi Signora Longari - disse Mike - mi è andata a cadere proprio sull’uccello!” La gaffe bongiorniana ci è tornata a mente ieri sera, quando ci siamo accorti del grave inciampo in cui eravamo incorsi (sto, sto e sulla sera mi rifò – proverbio locale che sembra rifarsi al Ramadam) proprio vergando l’ultima frase del giornale, che voleva essere una citazione fedriana. “Hoc dictus est” avevamo scritto volendo significare (questo lo scriviamo a proposito di…), ma “hoc” popo’ di capra, ci siam detti quando ormai il fatal “si pubblichi” era stato dato, è neutro e allora non “dictus” andava detto bensì “dictum”. Niente da fare ormai era andata e noi eravamo andati a far compagnia a Totanino che diceva sempre “Suìs Genèris” ignorando che con l’aggiunta di una “s” finiva per dire “della razza del maiale”. Ce lo ricordiamo in consiglio comunale affermare appunto “Il P.C.I. è un partito suis generis!” facendoci esclamare “Ennò cazzo!” visto che anche noi eravamo della partita e del partito. Siamo andati a far compagnia ad un altro esimio latinista come Cafiero, che quando giocava a carte confondendo i furgoni con i congiuntivi per dire “Che passi!” latineggiava in luogo del canonico “Transeat!” un meraviglioso “Transit” non comprendendo perché noi a mo’ di risposta ad una litania commentavamo sempre: “Ford!”. Ma il capolavoro Cafieriano fu un meraviglioso “Non sono sposati .. ma vivono insieme come marito e moglie .. come si dice? D’amore Uxorio!” Gli fece eco una signora rotaryana che non contenta di imperversare tra la Gallia e la Siae: “Gradite bere un po’ di vino di Borderò?”, e sempre a proposito di “hoc”, disse che un altro rosso era stato imbottigliato per la sua genia invece di “Ad Hoc” “A Doc” errore comunque meno grave poiché la puttanata permaneva nel campo enologico. Ordunque al termine di questa autocritica con chiamate di correo ci è venuto da pensare che molti di quanti avevamo in passato massacrato per professione di profonda ignoranza, potrebbero ora su di noi rivalersi, passando con sarcasmo ed ironia al setaccio quanto abbiamo dato alle stampe, già tremiamo al pensiero di una impietosa esegesi zalliana o fuochiana sulle prose nostre. I nuovi “maitres a penser” (non chiedeteci gli accenti per questioni di tastiera) della Portoferraio del XXI° secolo ragionando alla loro altezza potrebbero far sì che il nostro scrivere ne uscisse “stiacciato e bollato”.